Page 51 - Missione in Siberia - I soldati italiani in Russia 1915-1920
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La guerra civiLe e La pace di Brest-Litovsk 49
destinata essa pure a divenire uno stato satellite, mentre cessioni cospicue erano
previste nel Caucaso, sia a vantaggio della Turchia che della solita Germania,
che avrebbe ottenuto un settelment corrispondente all’intera Georgia, con i poz-
zi petroliferi di Batum.
Unitamente alla già realizzata occupazione della Romania, che aveva mes-
so la base navale di Costanza sul Mar Nero sotto il controllo tedesco, la pace
avrebbe fatto della Germania l’arbitra incontrastata di ciò che accadeva da Hel-
sinki fino a Costantinopoli, dove la conduzione della guerra era già tutta nelle
mani dei consiglieri militari tedeschi.
Una tale possibilità, che fu del resto vicina a realizzarsi, oltre a preoccupare
le potenze occidentali, allarmava anche quanti, fra i bolscevichi e i loro alleati
social-rivoluzionari, non volevano ritrovarsi alla fine della guerra alla mercé
della Germania. Altri inoltre, e fra questi il capo della delegazione di armisti-
zio russa Trockij, non intendevano rinunciare alla prospettiva dell’immediata
trasformazione della guerra capitalista europea in guerra di classe mondiale,
e vedevano nella Germania oltre che una minaccia futura anche un possibile
obbiettivo a breve termine.
Con la preveggenza di cui sono talvolta capaci gli uomini posseduti da una
fede ideologica assoluta, Trockij vedeva la debolezza interna del Reich più
chiaramente di altri del suo partito, i quali erano impressionati, come quasi tutti
in Europa, dalla perdurante potenza militare tedesca. Esportare la rivoluzione in
Germania, nelle condizioni del 1917, non sarebbe stata in effetti un’impresa più
rischiosa che accettare una Germania potenzialmente vittoriosa sul continente
europeo. Ancor più contrari all’accordo erano i principali alleati dei bolscevi-
chi, i socialisti rivoluzionari .
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Al fronte, del resto, gli scontri fra russi e tedeschi erano ripresi, e molti
segnali facevano ritenere che da ambo le parti vi fossero elementi interessati a
soffiare sulla ripresa del conflitto. Trockij, incaricato di condurre le trattative le
aveva volutamente trascinate sperando che accadesse qualcosa che rimettesse
tutto in discussione.
74 Erano costoro un partito molto più numeroso dei bolscevichi, ma dai contorni ideologici incerti
e talvolta persino ossimorici. Vi convivevano riformisti borghesi e paladini del proletariato con
tadino, assieme ai residui del nichilismo russo del secolo precedente. Molti dei socialisti rivo
luzionari inoltre, erano intrisi di un nazionalismo granderusso, non dissimile da quello di molti
futuri leader sovietici della Guerra Fredda, che rendeva loro inaccettabili le richieste tedesche,
mentre altri giudicavano semplicemente sbagliato qualsiasi accordo con una potenza reazionaria.
“La confusione soviettista favoriva la crescita altrettanto confusa di un partitomovimento pieno
di lacerazioni e di personaggi stravaganti, con uno schieramento frastagliatissimo che andava da
una “destra” semicostituzionale, nazionalista, a tratti militarista, fino ad una “sinistra” schietta
mente anarchica”. ENZO BETTIZA, Il Mistero di Lenin, cit., pp. 271275.

