Page 42 - Missione in Siberia - I soldati italiani in Russia 1915-1920
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                    Strattonando fuori dall’edificio il presidente della Assemblea, Victor Cernov,
                 che si attardava ad uscire, il fuciliere di marina Zeleznjakov esclamò “Via! Spe-
                 gniamo le luci. La guardia è stanca” .
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                    Con queste parole la democrazia russa venne sospesa per i settant’anni se-
                 guenti .
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                                         InterMezzo MancIurIano
                    Con lo scioglimento della Costituente finiva la possibilità concreta che la
                 Russia potesse giocare ancora un ruolo nella guerra a fianco degli Alleati, che
                 era la cosa che più premeva ai governi di Londra, Parigi, Roma e Whashing-
                 ton . Tramontava, almeno per il momento, anche la speranza di Trockij che la
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                 rivoluzione potesse entrare a Varsavia e Berlino sulle baionette di un vittorioso
                 esercito sovietico alleato con le potenze democratiche  . Lo scopo della poli-
                                                                    65
                 tica estera bolscevica fu da allora la ricerca di una pace con la Germania come
                 coronamento della precedente collaborazione segreta: le commissioni alleate in
                 Russia si sciolsero e fra i sovietici e l’Intesa scese una fredda ostilità, carica di
                 incertezza.
                    Bassignano rientrò in Italia nel settembre 1918, Bazzani raggiunse invece il
                 Distaccamento Irredenti in Siberia, lasciando Pietrogrado il 29 gennaio. Inizia-
                 va un nuovo capitolo nella storia degli irredenti.
                    Il viaggio del “Distaccamento irredenti” procedette senza intoppi fino alla


                 62  Leggermente differente il resoconto fatto pochissimi giorni dopo all’ambasciatore francese Tho­
                    mas dal capitano Sadoul, ma identico nella sostanza. Concluse l’ufficiale francese: “L’Assem­
                    blea costituente ha probabilmente vissuto un solo giorno. Queste poche ore sono largamente ba­
                    state per far risaltare la sua impotenza e l’insufficienza dei suoi capi”. J. SADOUL, Note sulla
                    rivoluzione bolscevica, p. 197.
                 63  ENZO BETTIZA, Il Mistero di Lenin, p. 171. È per altro doveroso rilevare che quando, nel 1990,
                    in Russia sarà eletto democraticamente un nuovo parlamento esso non avrà miglior sorte del pri­
                    mo, venendo sciolto manu militari dal presidente Eltsin nell’ottobre 1993 con il bombardamento
                    del Palazzo della Duma.
                 64  È pur vero che la Costituente trovò ben pochi difensori, e la sua caduta non suscitò alcuna reazio­
                    ne nelle masse contadine che costituivano la base del partito social­rivoluzionario che vi aveva la
                    maggioranza. Anche gli avversari dei bolscevichi videro nella abolizione dell’Assemblea la fine
                    di un organismo litigioso e caotico, che aveva aggravato i problemi del Paese bisognoso, al con­
                    trario, di una guida “forte”. ORLANDO FIGES, La tragedia di un popolo, Milano, Corbaccio,
                    1997, n. p. 706.
                 65  Tuttavia, nei governi europei molti ancora coltiveranno questa illusione, soprattutto in Francia,
                    dove l’inviato francese Thomas inviava rapporti ottimistici, ma secondo Bazzani privi di fonda­
                    mento, sulla situazione russa, che influenzavano tutta la politica alleata.


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