Page 38 - Missione in Siberia - I soldati italiani in Russia 1915-1920
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condizione di ospiti a quella di prigionieri. Inoltre, la crescente violenza cui i
bolscevichi ricorrevano per conservare il controllo su di un paese che sfuggiva
loro, generava non poca inquietudine. Su consiglio degli stessi governi, comin-
ciò presto l’evacuazione degli stranieri, organizzata dalle rispettive missioni
militari.
Fu a questo punto che la storia della Missione Militare Speciale si annodò
con la storia dei rapporti fra Italia e neonata Repubblica dei Soviet. Come per
tutto il resto del traffico navale, infatti, anche questa operazione avrebbe dovuto
svolgersi dai porti di Murmansk e Archangelsk, e fu appunto in questa città che,
dopo il suo ritorno dalla regione del Volga, venne inviato il tenente Bazzani. Il
suo compito sarebbe stato quello di sovrintendere allo sgombero dei civili ita-
liani provenienti da Mosca e da Pietrogrado.
Giunto nel porto artico, collegato a Mosca e di qui ad Astrakan da una lun-
ghissima linea di canali navigabili, Bazzani vi assunse la carica di console prov-
visorio e rimase ad Archangelsk fino alla fine del dicembre 1917, riuscendo ad
imbarcare per l’Italia, prima della glaciazione del porto, tutti i civili ed anche
100 irredenti. Questi ultimi erano parte di un gruppo di 600 scelti fra i più an-
ziani del campo di Kirsanov. Gli altri 500 dovettero rassegnarsi a veder partire i
propri compagni, e vennero acquartierati in un campo a Vologda, a metà strada
da Pietrogrado, dove venne inviato da Kirsanov ad assumerne il comando il
tenente Bacic.
L’ultimo trasporto con i civili lasciò Archangelsk solo con l’ausilio del rom-
pighiaccio russo Krassin, il 22 dicembre. Si trattava della stessa nave che alcuni
anni dopo sarebbe stata famosa in Italia per aver salvato, sotto la guida del
comandante Samoilovic, l’equipaggio del dirigibile Italia di Umberto Nobile,
precipitato sulla banchina polare.
I bolscevIchI e l’Intesa
Bazzani, certo non incline alla simpatia per i nuovi governanti russi, annote-
rà che nei confronti degli stranieri e delle loro esigenze, le autorità bolsceviche
di Archangelsk furono estremamente corrette e disponibili. In quelle settima-
ne, ma Bazzani non poteva saperlo, era in corso un tentativo da parte di Tro-
ckij di avvicinarsi alle potenze occidentali in vista di una alleanza anti-tedesca,
ed i funzionari di Archangelsk avevano avuto con ogni probabilità l’ordine da
Mosca di mostrarsi collaborativi con gli stranieri.
Tornato a Pietrogrado il 28 dicembre (calendario europeo) per riunirsi al
resto della Missione Militare Speciale, Bazzani vi trovò insediato il nuovo mi-
capitolo primo

