Page 35 - Missione in Siberia - I soldati italiani in Russia 1915-1920
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Gli irredenti e la Missione Militare speciale        33
                   mento della autorità degli ufficiali .
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                      Spinto dai militari, Kerenskij aveva poi ripristinato la pena capitale per i
                   reparti al fronte, dove del resto era sempre rimasta ufficiosamente in vigore,
                   perdendo così credibilità di fronte partiti di sinistra, che pretesero la liberazione
                   dei bolscevichi arrestati.
                      Era fatale in questo gioco di poteri impotenti che qualcosa o qualcuno rom-
                   pesse l’equilibrio. Il 24 agosto il comandante in capo dell’esercito, il Genera-
                   lissimo Lavr Kornilov ordinò ad un corpo d’armata cosacco, detto la Divisione
                   selvaggia, di occupare Pietrogrado, formalmente per proteggere il Governo da
                   una nuova imminente sollevazione.
                      Kerenskij, che in un primo momento aveva avallato l’ordine di Kornilov,
                   temette poi di rimanere nelle mani dell’ambizioso generale, e con l’ennesima
                   delle sue decisioni imprevedibili lo destituì. L’esercito si spaccò in due: una
                   parte fedele al Governo e una fedele al generale deposto che però non mostra-
                   va alcuna intenzione di abbandonare il comando, ed anzi confermò l’ordine di
                   occupare Pietrogrado. Per venire a capo di quello che ormai era un vero pro-
                   nunciamento militare, Kerenskij compì un atto che in pochi pensavano avrebbe
                   osato: chiese aiuto proprio a quella estrema sinistra che fino a poco prima ave-
                   va combattuto. Bolscevichi e social-rivoluzionari mobilitarono i comitati dei
                   soldati e dei ferrovieri da loro controllati. Alla fine, la marcia della Divisione
                   selvaggia venne fermata, e lo stesso Kornilov destituito ed arrestato .
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                      Nessuno avrebbe pensato fra i militari che Kerenskij pur di fermare il Ge-
                   neralissimo sarebbe ricorso all’aiuto dei rivoluzionari, con il risultato di di-
                   struggere quanto rimaneva della coesione e della disciplina nell’esercito. Le
                   diserzioni, fino ad allora numerose, divennero inarrestabili, e interi reggimenti
                   scomparvero letteralmente.
                      Si era alla fine del settembre 1917, il 25 ottobre/7 novembre le milizie del
                   partito bolscevico, nell’indifferenza dei reggimenti della capitale, occupavano
                   i punti strategici di Pietrogrado e il Palazzo d’Inverno, dove il Governo Prov-
                   visorio si era installato . I ministri furono arrestati dai bolscevichi, ma non
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                   47  “L’esercito è disorganizzato. Per colpa del Comando dicono i bolscevichi. Per colpa dei bolscevi­
                       chi risponde il Comando. Per colpa degli uni e degli altri, si afferma comunemente. Infatti esso è
                       in uno stato inaudito di debolezza morale. Brutalità, incomprensione, insufficienza degli ufficia­
                       li, tecnici incapaci, capi disprezzati, cittadini sleali. Indisciplina crescente. Giusta diffidenza dei
                       soldati riguardo gli ufficiali. Assassini quotidiani di ufficiali. JACQUES SADOUL, Note sulla
                       rivoluzione bolscevica, Roma, Editrice Internazionale, 1921, p. 3.
                   48  M. GREY, J. BOURDIER, Le Armate bianche, pp. 30­34.
                   49  La bibliografia tradotta in italiano sul colpo di stato leninista è molto ampia, anche se meno di
                       quanto si potrebbe aspettare. Oltre al resoconto fornito da Trockij nelle sue memorie, il reportage
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