Page 31 - Missione in Siberia - I soldati italiani in Russia 1915-1920
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Gli irredenti e la Missione Militare speciale        29
                   zione dei servizi segreti tedeschi, il leader del Partito Bolscevico russo Vladimir
                   Lenin non avesse fatto ritorno in Russia il 3 aprile 1917. Fino ad allora i leader
                   bolscevichi presenti in Russia, e fra questi Stalin, avevano sostenuto sul loro
                   giornale, la Pravda, la necessità di proseguire la guerra: “fintanto che l’esercito
                   tedesco obbedisce agli ordini del kaiser i soldati russi devono restare saldamen-
                   te al loro posto, rispondendo proiettile su proiettile, granata su granata”. Lenin
                   dal suo esilio di Zurigo ne era al corrente, ed era furibondo. Appena giunto a
                   Pietrogrado fece una tremenda lavata di capo ai suoi collaboratori Zinoviev e
                   Kamenev. La linea da allora sarebbe stata: pace immediata e “a qualsiasi costo” .
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                      Poco dopo, Lenin pubblicò nelle Tesi di aprile il suo intero programma: nes-
                   sun sostegno al Governo Provvisorio, pace immediata con la Germania, terra
                   ai contadini. La rivoluzione mondiale, che la pace avrebbe provocato, avrebbe
                   travolto tutti i regimi reazionari, per cui qualsiasi concessione, per quanto gra-
                   vosa, sarebbe stata superata dagli eventi .
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                      Erano tesi talmente estreme che pochi in Europa come in Russia pensavano
                   che avrebbero trovato credito e il loro sostenitore venne considerato come il
                   tipico estremista russo dottrinario e esaltato. Il 21 aprile 1917, l’ambasciato-
                   re americano a Pietrogrado David Francis trasmetteva al Segretario di Stato
                   Robert Lansing un telegramma imprudente:

                         “Socialista estremista rivoluzionario o anarchico di nome Lenin tiene vio-
                         lenti discorsi rafforzando di conseguenza il governo. Lo si lascia fare di
                         proposito. Sarà tempestivamente deportato” .
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                      In realtà motivi per preoccuparsi non sarebbero dovuti mancare, a comincia-
                   re dalla tenuta del Governo Provvisorio. Il Principe L’vov aveva infatti riunito
                   una eterogenea coalizione di riformisti, conservatori, liberali e radicali che gli
                   garantiva un certo sostegno alla Duma, ma era incappato nella prima importan-



                   33  V. SEBESTYEN, Lenin, cit., pp. 253 e 256.
                   34  Il viaggio, i suoi preparativi e il suo svolgimento sono stati recentemente ripercorsi in diverse
                       opere in occasione del centenario del 1917. Vedi soprattutto: CATHERINE MERRIDALE,Lenin
                       sul treno, Torino, UTET, 2017. Precedentemente, il tema aveva avuto in Italia un momento di
                       breve celebrità in seguito alla produzione da parte della RAI di un accurato sceneggiato storico,
                       Il treno di Lenin, per la regia di Damiano Damiani e in cui il leader russo era interpretato dall’at­
                       tore Ben Kingsley. La pellicola si era avvalsa della collaborazione del celebre giornalista e so­
                       vietologo italiano Enzo Bettiza.
                   35  MICHAEL SAYERS, ALBERT E. KAHN, La grande congiura, Torino, Einaudi, 1948, p. 15.
                       Robert Francis era un ottantenne banchiere di Saint Louis, che, a detta dell’agente consolare bri­
                       tannico Bruce Lockhart, usciva allora per la prima volta dagli Stati Uniti. B. LOCKHART, Me-
                       morie, p. 284.
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