Page 59 - Missione in Siberia - I soldati italiani in Russia 1915-1920
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La guerra civiLe e La pace di Brest-Litovsk         57

                                             ….e con I bolscevIchI
                      Non bisogna pensare tuttavia che in quei giorni l’alleanza coi bianchi, come
                   ora si chiamavano gli anti-bolscevichi, fosse l’unico scenario preso in conside-
                   razione dalle potenze occidentali. Non era escluso infatti che l’intervento alle-
                   ato potesse realizzarsi in accordo col governo sovietico, qualora al suo interno
                   la fazione ostile alla Germania avesse preso il sopravvento. In questo caso, si
                   sperava, l’opposizione statunitense sarebbe venuta meno e la guerra contro la
                   Germania sarebbe stata ripresa dalle forze riunite dei bolscevichi e dell’intesa.
                   Che i bianchi avrebbero potuto schierarsi a quel punto con la Germania non
                   sembra essere stato preso in considerazione da alcuno.
                      Fautori di questa soluzione erano personaggi apparentemente minori delle
                   delegazioni dell’Intesa, ma non privi di una loro influenza, come il console
                   britannico di Pietrogrado Robert Lokhart, amico di Lloyd George e suo osserva-
                   tore informale in Russia, ed il capitano Jacques Sadoul della Missione francese,
                   un personaggio assai insolito ma tutto sommato non rarissimo nell’Europa del
                   primo Novecento. Avvocato, già deputato socialista, intellettuale poliglotta e
                   fin troppo fiducioso di sé, Sadoul godeva della fiducia del Ministro francese
                   per i Rifornimenti Albert Thomas, del quale avrebbe dovuto essere l’occhio e
                   l’orecchio negli ambienti rivoluzionari russi, presso i quali Sadoul era assai ben
                   introdotto, tanto da restarne soggiogato. Un percorso umano e intellettuale non
                   molto differente da quello dell’agente britannico maggiore Thomas Lawrence,
                   mandato in Arabia per riferire circa la rivolta degli arabi contro l’Impero Ot-
                   tomano e diventato rappresentante semi-ufficiale degli arabi presso gli stessi
                   comandi britannici dai quali dipendeva.
                      Sadoul, malgrado l’appoggio di Thomas, ebbe sempre una posizione semi-
                   ufficiale a Pietroburgo, soprattutto a causa dell’ostilità dell’ambasciatore fran-
                   cese Joseph Noulens che considerava la sua azione e non a torto, una invasione
                   del suo campo .
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                      Sadoul riuscì tuttavia a guadagnarsi la confidenza di Trockij e fu il principale
                   sostenitore di una cooperazione fra l’Intesa e i bolscevichi, asserendo convinto
                   nelle sue lettere che un esercito russo armato dagli Alleati e animato dalla fede
                   rivoluzionaria avrebbe combattuto i tedeschi meglio di quello zarista .
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                   95  W. BRUCE LINCOLN, I bianchi e i rossi, cit., p. 144.
                   96  Sadoul fu autore dall’ottobre 1917 di numerose relazioni in forma epistolare al ministro Albert
                       Thomas, poi pubblicate anche il Italia col titolo Note sulla Rivoluzione bolscevica. Lo stile di Sa­
                       doul, che diventerà deputato comunista al Parlamento francese, è acuto, vivace, polemico, spesso
                       condizionato da un tono di excusatio non petita quando, pur indulgendo evidentemente alla sim­
                       patia per i bolscevichi, egli nega di essere dalla loro parte. “Io non sono bolscevico. Vedo l’esten­
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