Page 60 - Missione in Siberia - I soldati italiani in Russia 1915-1920
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Tale opinione, occorre aggiungere, non era isolata in un ambiente estrema-
mente disilluso sulle capacità dei moderati russi, ed era condivisa almeno in
parte anche dal diplomatico francese Louis De Robien il quale, pur diffidando
dei bolscevichi, annotava nel suo diario: “In tutti i casi non potranno fare peggio
di quei fantocci del Governo Provvisorio” .
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Il britannico Lokhart dal canto suo era altrettanto convinto di Sadoul della
possibilità di una intesa coi bolscevichi e, a differenza di Sadoul, non aveva un
ambasciatore che lo osteggiasse nella sua azione, inquanto la Gran Bretagna
non aveva nominato un sostituto dell’ambasciatore Buchanan dopo che questi
aveva abbandonato Pietrogrado.
Lockhart stabilì anche lui un buon rapporto con Trockij, del quale però
aveva colto più di Sadoul il carattere narciso e umorale: “Mi sembra un uomo
dispostissimo a morire combattendo per la Russia”, scrisse, “a patto però che ci
sia un pubblico abbastanza vasto per assistere all’evento” .
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Favorevole all’accordo coi rivoluzionari era anche il colonnello Robins, rap-
presentante della Croce Rossa americana e importante esponente del Partito
Progressista . Questi cercò in ogni modo di sconsigliare una spedizione statu-
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nitense in Russia, trovando una sponda in Edward Mandell House, principale
consigliere del presidente Wilson in politica estera e nemico convinto di ogni
autocrazia europea, per il quale i bolscevichi erano pur sempre un progresso
rispetto agli zar .
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Questi rapporti avevano avuto una prima risultanza nelle trattative condotte
sione del male compiuto in Russia dalla propaganda demagogica dei massimalisti. […] Oggi il
bolscevismo è un fatto. Io lo costato. Esso è una forza che nessuna altra forza russa può spezzare.
Si tratta di sapere se questa forza può essere perseguita per i fini comuni perseguiti dall’Intesa e
dalla rivoluzione.” J. SADOUL, Note sulla Rivouzione bolscevica, p. 37.
97 LOUIS DE ROBIEN, Journal de un diplomate en Russie 1917-18, Parigi 1967, cit. in M. GREY,
J. BOURDIER, Le armate bianche. Russia 1919-1921, p. 149.
98 W. BRUCE LINCOLN, I bianchi e i rossi, cit., p. 145.
99 Robins giunse in Russia con il compito ufficiale di organizzare gli aiuti americani per il popolo
russo e quello segreto di finanziare l’opposizione democratica ai bolscevichi. I fondi venivano da
un consorzio di banche fra cui la J. P. Morgan, la National City Bank e la Chase National Bank.
Il progetto era fondato sulla speranza che Lenin avrebbe mantenuto una qualche forma parlamen
tare ed il suo fallimento era quindi scontato.
La missione statunitense tuttavia, fece effettivamente giungere in Russia ingentissime quantità
di farmaci e materiale sanitario negli anni seguenti, cosa di cui lo stesso Lenin renderà merito a
Robins, escludendo la National City Bank dal prossimo decreto di nazionalizzazione. PAOLO
COLUZZI, Il calice di porpora, Tricase, Youcanprint SelfPublishing, 2017, pp. 220229.
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capitolo secondo

