Page 58 - Missione in Siberia - I soldati italiani in Russia 1915-1920
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ro occupati dell’intervento a Odessa, i britannici a Murmansk e Archangelsk I
giapponesi avrebbero fatto lo stesso a Vladivostok.
Abituato a far seguire alle parole i fatti, Foch espose il progetto ai capi
dell’Intesa, ma se aveva sperato in una pronta approvazione, dovette rimanere
presto deluso.
Né Lloyd George, né Wilson, nè Orlando accolsero con favore l’ipotesi di
una invasione della Russia. Solo il premier francese Clemanceau si disse favo-
revole ad un intervento congiunto, ma si scontrò subito con l’opposizione del
Primo Ministro britannico, che da allora ostentò sempre una certa insofferenza
per le questioni russe . Benché favorevole all’idea di contrastare l’ascendente
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tedesco sul regime bolscevico, Lloyd George non conosceva in realtà quasi per
nulla la situazione russa, né era in grado di valutarne le evoluzioni al di là delle
immediate ricadute sugli interessi britannici. Si dice persino che credesse che
Char’kov fosse il nome di un generale russo e non di una città. Forse non è vero,
ma il fatto che lo si raccontasse è rivelatore di quanto il Primo Ministro fosse
ritenuto al corrente di cosa era la Russia .
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Le ragioni della perplessità erano molte e fondate: la possibilità che una
invasione compattasse i russi attorno a Lenin, la mancanza di informazioni af-
fidabili, la sfiducia nei russi. Una ulteriore difficoltà era poi la nota ritrosia del
Giappone ad assumersi impegni non corrisposti da immediati compensi. Quan-
do furono messi a parte dell’idea di Foch i nipponici chiarirono che il massimo
che erano disposti a fare, e solo a patto che gli Alleati sostenessero le spese, era
di acquisire il controllo dei porti russi sul Pacifico creando un cuscinetto fra la
costa pacifica e la terra di nessuno siberiana. Non un passo di più.
In ultima analisi, una sola nazione, gli Stati Uniti, potevano affiancare il
Giappone nell’impresa, sostenerla finanziariamente ed evitare che Tokyo la ge-
stisse a proprio uso e cosumo, ma erano proprio il partner che Tokyo voleva
evitare in ogni modo di introdurre negli affari in Asia Orientale.
A mettere quella che sembrava la pietra tombale sull’ipotesi di un intervento
in Russia provvide lo Stesso presidente Wilson il 31 dicembre, dichiarandosi
ufficialmente contrario ad ogni forma di intervento del Giappone negli affari
russi, sia come mandatario degli Alleati sia in ogni altra forma . Foch prese
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atto non così i giapponesi, che cominciarono a pianificare una mossa per conto
proprio.
92 G. BOFFA, Storia dell’Unione Sovietica, p. 122.
93 O. FIGES, La tragedia di un popolo, cit., p. 689.
94 W. CHURCHILL, Crisi mondiale e grande guerra, cit., pp. 8081.
capitolo secondo

