Page 128 - ATTI 2021 - IL MILITE IGNOTO
P. 128

126        Il Milite Ignoto: sacrificio del cittadino in armi per il bene superiore della Nazione




            Monumenti cancellati. Vittime e caduti.
            Il monumento che non c’è
               I monumenti ai caduti sono un riflesso dell’interpretazione «ufficiale della
            guerra, quella costruita e accreditata degli strumenti di formazione dell’opinione
            pubblica controllati dal potere: la guerra giusta, la guerra per la libertà, la guerra
            risorgimentale». 18
               La sostanziale estraneità delle masse popolari alla guerra «getta una luce del
            tutto particolare sul modo in cui in Italia la monumentalistica originata della
            Grande guerra si è sviluppata e sul significato che ha assunto nel tempo». 19
               Bruno Tobia ha scritto che un’opposizione convinta e pervicace alla guerra si
            espresse «sdegnata e maledicente in lapidi e targhe antimilitariste e antiborghesi,
            disegnando una geografia del dissenso, perseguitata e cancellata, ancor prima che
            dal fascismo, dal pronto intervento delle autorità dello stato». 20
               Durante le spedizioni punitive dello squadrismo fascista la violenza si abbatté
            sulle lapidi e gli edifici dove erano murate. Le epigrafi celebrative per i caduti
            erette dalla Lega proletaria erano sormontate spesso dalla falce e martello e por-
            tavano, non a caso, come data di inizio della guerra il 1914. Di tutte queste lapidi
            da considerare testimonianze non ufficiali della guerra non è rimasta traccia.
            Erano posizionate sulle facciate di edifici pubblici, di palazzi ed erano presenti
            anche nei cimiteri.
               Non è rimasta altresì alcune traccia dei monumenti eretti dai socialisti in pa-
            recchi comuni italiani.
               Il termine stesso di vittime anziché di caduti li faceva glissare verso il pacifi-
            smo e diventare una vera e propria dichiarazione contro la visione epica e trion-
            falistica della guerra. 21



            18   Monteleone Renato, Sarasini Pino: op.cit., p. 632.
            19   Tobia Bruno: op.cit., p. 53. Cfr. anche Isnenghi Mario, L’Italia in guerra. I luoghi della vita pubbli-
               ca dal 1841 ai nostri giorni, Bologna, Il mulino, 2004, p. 290-4. Per i monumenti realizzati negli
               anni di trapasso dall’Italia liberale a quella fascista e sulla continuità dei «modelli iconografici
               di deformazione mitico-trionfalistica dell’esperienza bellica» e la «continuità o ibridazione sul
               piano delle ideologie» cfr. Monteleone Renato, Sarasini Pino: op.cit., p. 632-633.
            20   Tobia Bruno: op.cit., p. 54.
            21   La stessa giornata internazionale contro la guerra era celebrata il 4 agosto, data d’inizio della
               guerra mondiale, Isola Gianni: Immagini di guerra del combattentismo socialista, in La grande guerra:
               esperienza, memoria, immagini, op.cit., p. 539.
   123   124   125   126   127   128   129   130   131   132   133