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222 Il Milite Ignoto: sacrificio del cittadino in armi per il bene superiore della Nazione
ti, considerare che nel corso della Grande Guerra furono numerosi e vari i com-
piti attribuiti ai Carabinieri. Tra questi troviamo la sorveglianza sull’esecuzione dei
bandi militari, la prevenzione e la repressione dei reati militari e comuni commessi
in zona di operazioni, la vigilanza sanitaria, la custodia e la traduzione di arrestati,
disertori e prigionieri di guerra, il servizio di controspionaggio e quello delle in-
formazioni, la scorta di alte personalità in visita al fronte, il mantenimento dell’or-
dine nei centri abitati e negli accampamenti militari con servizi di ronda, i servizi
di guardia a posti di comando e ad altre infrastrutture militari, quello di staffetta,
porta-ordini e corriere postale, quello ancora di vedetta e allarme incursione aerea
a protezione del Comando Supremo, la vigilanza sugli operai impegnati in lavori
nelle retrovie, i servizi di polizia stradale, il servizio di scorta a valori ed a convogli
di munizioni, la protezione del movimento dei feriti ed ammalati, il servizio di
scorta alle tradotte e di vigilanza sulle ferrovie e gli scali ferroviari, la censura della
posta personale inviata e ricevuta dai combattenti, la prevenzione ed il contrasto
al saccheggio nelle località occupate dalle truppe, i servizi speciali e di guardia ai
parchi, depositi, magazzini avanzati e le missioni speciali di fiducia di cui al n.15
del “Regolamento di Servizio di guerra” quali “ricerche di persone pratiche del paese
per servire da guide e fornire schiarimenti sulle località, la ricerca di emissari e il
sequestro e la conservazione di casse pubbliche, delle corrispondenze postali o
telegrafiche o di altri oggetti qualsiasi appartenenti al nemico”. 8
In ognuno di questi compiti l’Arma dei Carabinieri affrontò “battaglie” quoti-
diane e, quindi, senza nome, al servizio dei cittadini impegnati al fronte, nelle re-
trovie ed anche di quella porzione di popolazione che era rimasta ad affrontare una
quotidianità sempre più dura per la crescente povertà. In tale senso, risulta di parti-
colare interesse la relazione n. 12/17 di prot. Ris datata 30 marzo 1916 del Coman-
do dei Carabinieri Reali della III Armata , con oggetto “Servizio dei Carabinieri Reali
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in guerra. Proposta”, redatta dal comandante Colonnello Giuseppe PETELLA , nel-
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8 Ministero della Guerra, n.103, “Servizio in guerra”, edizione 1912, p. 8.
9 Al 25 marzo 1916 nella II Armata la forza dei Carabinieri era 79 Ufficiali, 3039 tra sottuffi-
ciali e truppa, di cui 51 marescialli e 435 tra brigadieri e vicebrigadieri, con una dotazione di
888 cavalli, corrispondente a circa il triplo di quella dal Regolamento di Mobilitazione.
10 Nato a Piedimonte d’Alife (CE) nel 1861, si arruola giovanissimo nell’Esercito e poi transita,
con il grado di Tenente, nell’Arma dei Carabinieri. Da giovane Ufficiale viene destinato alla
Legione di Milano dove, assunto l’incarico di Aiutante Maggiore, si fa subito apprezzare per
i servizi prestati in occasione dei difficili momenti della sommossa scoppiata nella primavera