Page 226 - ATTI 2021 - IL MILITE IGNOTO
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224 Il Milite Ignoto: sacrificio del cittadino in armi per il bene superiore della Nazione
loro dislocazione, nonché alla composizione con aumenti o riduzioni di organico,
in relazione a valutazioni formulate sulla base delle esigenze contingenti, con scel-
te di impiego apparentemente non sempre razionali.
Quello che, invece, non mutò mai fu lo spirito con cui i Carabinieri affron-
tarono le tante battaglie quotidiane, condensato nell’enfasi delle parole che Ga-
briele D’ANNUNZIO dedicò all’amico Capitano Vittorio BELLIPANNI, ferito
mortalmente proprio nel corso di attività di polizia militare al fronte nel maggio
1917, durante le sue esequie:
“l’Arma della fedeltà immobile e dell’abnegazione silenziosa; l’Arma che nel folto della batta-
glia e di qua dalla battaglia, nella trincea e nella strada, nella città distrutta e nel camminamento
sconvolto, nel rischio repentino e nel pericolo durevole, dà ogni giorno eguali prove di valore tanto
più gloriosa quanto più avara le è la gloria”.
Capaci di riportare cinematograficamente alla “fedeltà immobile” anche le
parole del giornalista Gino PIVA, addetto al Comando Supremo e corrisponden-
te dal fronte per del Resto del Carlino, pubblicate sulla rivista il 26 luglio 1916:
“Due Carabinieri andavano in trincea, mi accompagnai con loro. Non è mai stata detta qualche
cosa di questi severi rappresentanti dello Stato in guerra. Continuano ad essere severi come in
pace ed è per questo che attorno ad essi non si accendono i facili entusiasmi. Hanno combattuto,
combattono. Nei crocicchi devastati dal fuoco, talvolta senza neanche un riparo, attendono al loro
servizio di vigilanza, senza spostarsi di un passo anche se intorno vi è l’inferno. Perlustrano tutte
le strade, tutti i viottoli, tutti i sentieri dalla linea del fuoco, alle retrovie, mantengono l’ordine
dei transiti, si occupano dei militari infedeli, se per caso ne dovessero incontrare, custodiscono le
robe lasciate dai civili, fanno rispettare le leggi regolamenti e disposizioni, sono sulle piazze se
gli aeroplani nemici bombardano. Parlano poco, fanno, eseguiscono, non si lamentano. I treni, le
stazioni, i comandi, le strada, le trincee vedono questo milite vigile e serio ed egli non vede intorno
a sé un grande consenso perché chi assolve compiti severi, in pace come in guerra, in un luogo come
nell’altro è anche severamente considerato. I Carabinieri lo sanno, ma continuano a compiere il
loro dovere devotamente ed inesorabilmente con tutti”.
Vogliamo, allora, ritrovare lo stesso spirito rannodando simbolicamente i fili
delle vite spezzate di alcuni tra i tanti Carabinieri che, con difficoltà, emergono
anche nei documenti ufficiali ; rendendo loro onore sarà reso pari tributo a tutti
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11 Anche per l’Arma dei Carabinieri i Sacrari di maggior importanza, in termini di sepolture
“note”, sono quelli di Oslavia, oltre 100 Caduti, Redipuglia, con circa 120 Caduti, quelli di
Bari “d’Oltremare” e di Udine, con circa 70 Caduti ciascuno.