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224        Il Milite Ignoto: sacrificio del cittadino in armi per il bene superiore della Nazione




            loro dislocazione, nonché alla composizione con aumenti o riduzioni di organico,
            in relazione a valutazioni formulate sulla base delle esigenze contingenti, con scel-
            te di impiego apparentemente non sempre razionali.
               Quello che, invece, non mutò mai fu lo spirito con cui i Carabinieri affron-
            tarono le tante battaglie quotidiane, condensato nell’enfasi delle parole che Ga-
            briele D’ANNUNZIO dedicò all’amico Capitano Vittorio BELLIPANNI, ferito
            mortalmente proprio nel corso di attività di polizia militare al fronte nel maggio
            1917, durante le sue esequie:


                  “l’Arma della fedeltà immobile e dell’abnegazione silenziosa; l’Arma che nel folto della batta-
                  glia e di qua dalla battaglia, nella trincea e nella strada, nella città distrutta e nel camminamento
                  sconvolto, nel rischio repentino e nel pericolo durevole, dà ogni giorno eguali prove di valore tanto
                  più gloriosa quanto più avara le è la gloria”.


               Capaci di riportare cinematograficamente alla “fedeltà immobile” anche le
            parole del giornalista Gino PIVA, addetto al Comando Supremo e corrisponden-
            te dal fronte per del Resto del Carlino, pubblicate sulla rivista il 26 luglio 1916:


                  “Due Carabinieri andavano in trincea, mi accompagnai con loro. Non è mai stata detta qualche
                  cosa di questi severi rappresentanti dello Stato in guerra. Continuano ad essere severi come in
                  pace ed è per questo che attorno ad essi non si accendono i facili entusiasmi. Hanno combattuto,
                  combattono. Nei crocicchi devastati dal fuoco, talvolta senza neanche un riparo, attendono al loro
                  servizio di vigilanza, senza spostarsi di un passo anche se intorno vi è l’inferno. Perlustrano tutte
                  le strade, tutti i viottoli, tutti i sentieri dalla linea del fuoco, alle retrovie, mantengono l’ordine
                  dei transiti, si occupano dei militari infedeli, se per caso ne dovessero incontrare, custodiscono le
                  robe lasciate dai civili, fanno rispettare le leggi regolamenti e disposizioni, sono sulle piazze se
                  gli aeroplani nemici bombardano. Parlano poco, fanno, eseguiscono, non si lamentano. I treni, le
                  stazioni, i comandi, le strada, le trincee vedono questo milite vigile e serio ed egli non vede intorno
                  a sé un grande consenso perché chi assolve compiti severi, in pace come in guerra, in un luogo come
                  nell’altro è anche severamente considerato. I Carabinieri lo sanno, ma continuano a compiere il
                  loro dovere devotamente ed inesorabilmente con tutti”.

               Vogliamo, allora, ritrovare lo stesso spirito rannodando simbolicamente i fili
            delle vite spezzate di alcuni tra i tanti Carabinieri che, con difficoltà, emergono
            anche nei documenti ufficiali ; rendendo loro onore sarà reso pari tributo a tutti
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            11   Anche per l’Arma dei Carabinieri i Sacrari di maggior importanza, in termini di sepolture
               “note”, sono quelli di Oslavia, oltre 100 Caduti, Redipuglia, con circa 120 Caduti, quelli di
               Bari “d’Oltremare” e di Udine, con circa 70 Caduti ciascuno.
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