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la quale emerge chiaramente come la funzione dell’Arma dei Carabinieri in guerra
fosse al servizio delle altre Armi. Tali considerazioni assumono ancor maggiore
rilievo se si rapportano allo spessore culturale e professionale dell’Ufficiale, matu-
rato in anni di lotta al banditismo e nell’opera di soccorso alle popolazioni. Egli,
nel delineare l’andamento dell’Arma “mobilitata”, sulla base dell’esperienza di 10
mesi, rappresentava: “ha avuto lo scrivente modo di rilevare e a mettere in evidenza quanto
si riterrebbe necessario, nell’interesse generale fosse modificato, per dare all’importante organizza-
zione dell’Arma un assetto più stabile, completo, che meglio risponda ai bisogni dell’Esercito, in
rapporto alla guerra moderna”. L’ordinamento dei reparti dell’Arma durante la Guerra
fu spesso oggetto di interventi in ordine alle dipendenze gerarchiche e, quindi, alla
del 1898. Promosso al grado di Capitano viene inviato, come Comandante di Compagnia,
dapprima alla Legione Allievi di Roma e successivamente a Nuoro. Nella Provincia sarda
si occupa della lotta e repressione del brigantaggio portando a termine brillanti operazioni
di servizio, prima tra tutte quella contro la Banda Serra – Sanna annientata nel 1899 con il
sanguinoso conflitto a fuoco di Morgogliai, per la quale, con Determinazione Sovrana del
23 settembre 1899, viene decorato con la Medaglia d’Argento al Valor Militare. In data 12
ottobre 1906, dopo essere accorso in aiuto della popolazione di Napoli colpita dal terremoto,
partecipa alle operazioni di salvataggio dei superstiti del crollo del mercato Monteoliveto
ottenendo, per la sua opera, la Medaglia di Bronzo al Valor Civile. Promosso al grado di
Maggiore a scelta speciale, in base all’art. 25 della Legge sull’avanzamento, si distingue ancora
per le operazioni umanitarie portando aiuti, oltre che ai napoletani, anche alle popolazioni ca-
labro – sicule funestate dal terremoto del 28 dicembre 1908 ed agli abitanti di Ischia nel 1910,
ove dirige le operazioni di soccorso di reparti dell’Esercito e della Marina inviati nell’isola per
la grave alluvione. All’inizio della Prima Guerra Mondiale viene destinato, con il grado di Te-
nente Colonnello e successivamente con quello di Colonnello, ottenuto per meriti di guerra
(al Comando dei Carabinieri della III^ Armata. Il suo comportamento ed il suo operato du-
rante l’intera Campagna gli valgono la nomina a Cavaliere dell’Ordine di Savoia, poi divenuto
Ordine Militare d’Italia, con la seguente motivazione (all. 7): “Comandante dei Carabinieri Reali
di un’Armata dall’inizio della Guerra dimostrò vasta competenza organizzatrice e seppe dirigere in modo
veramente encomiabile il complesso servizio dell’Arma, traendone importanti e tangibili risultati nell’interesse
delle operazioni. Valido coadiutore del comando spiegò durante tutta la campagna, opera fattiva, intelligente
ed efficace, improntata ognora a profondo sentimento del dovere, ad elevato spirito militare, a personale sacri-
ficio ed a costante abnegazione. Esempio di virtù militari, diede in varie circostanze sicure prove di ardimento
e di valore. Fronte del Carso e del Piave – Istria, 24 maggio 1915 – dicembre 1918”. Al rientro dalla
Campagna di Guerra viene destinato a Napoli come Comandante della Legione e vi rimane
dal 26 novembre 1919 al 21 febbraio 1920. Lasciato il servizio attivo per i raggiunti limiti di
età, ricopre importanti cariche pubbliche, ultima delle quali quella di Primo Potestà della città
di Capua ove ebbe modo di farsi apprezzare e ricordare dalla popolazione per la sua solerzia,
la sua avvedutezza ed il suo impegno per la risoluzione di importanti questioni locali. Ritira-
tosi da tutti gli impegni istituzionali muore a Napoli il 17 gennaio 1931.