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228        Il Milite Ignoto: sacrificio del cittadino in armi per il bene superiore della Nazione




            CASTIGLIONE, da Bonavigo (VE), Michele RIZZI, da Bitonto (BA), ed il Vi-
            cebrigadiere Alfredo DEL VECCHIO, di Torrecuso (BN). A tagliare il reticolato
            nemico furono in molti; il Carabiniere Giovanni BIANCHI da Castelfiorentino
            (FI) con il parigrado Luigi TORRE di Massa Carrara (MS), i Carabinieri Dome-
            nico CHIAVACCI da Pistoia e Michele FURIA da Fivizzano (MS).
                                                     Dopo aver distrutto con loro il re-
                                                  ticolato,  il  Vicebrigadiere  Baldassarre
                                                  COLETTI continuò nel combattimen-
                                                  to e, uscito dalla trincea, recuperò il ca-
                                                  davere del Comandante di Compagnia,
                                                  il Tenente Eugenio LOSCO di Atripal-
                                                  da  (poi  promosso  Capitano)  e  quello
                                                  di altri compagni. Aveva tentato di sal-
                                                  varlo il carabiniere di Tempio Pausania
                                                  Paolo SINI, caricandoselo sulle spalle,
                                                  venendo però gravemente ferito. Visti
                                                  cadere  il  Comandante  della  Compa-
                                                  gna  e  quello  di  Plotone,  aveva  assun-
                                                  to  il  comando  il  brigadiere  Francesco
                                                  SCARLATA       (Linguaglossa-Catania)
                                                  che  aveva  continuato  l’azione  da  loro
                                                  intrapresa. Così fece anche il carabinie-
                                                  re Venanzio DE SANDRÈ , nativo di
                                                  Torino  che,  vedendo  cadere  ferito  un
                                                  suo compagno se lo caricò sulle spalle
                    Capitano Eugenio LOSCO
                                                  traendolo al sicuro. Nemmeno la ma-
            lattia ha potuto fermare il generoso altruismo del vicebrigadiere Giovanni Maria
            GIALLARA, che si offrì, comunque, per far parte del drappello degli esploratori.
            Ad Italo DE BONI spettò invece di riunire quei carabinieri che nella confusio-
            ne della battaglia erano rimasti separati dai reparti e di spingerli all’attacco. Con
            loro il Carabiniere Biagio CHIABAUDO, di Venaus (TO) il quale, ferito durante
            l’assalto alle trincee nemiche, continuò a combattere valorosamente. Trascinò
            con l’esempio i suoi dipendenti finché cadde a morte il Vicebrigadiere Gioacchi-
            no CRAPANZANO, da Cattolica Eraclea (Girgenti). Prima di loro, nell’assalto,
            il Carabiniere Giuseppe INNOCENTI da Londa (FI), fu ferito mortalmente.
            Stessa sorte per il Vicebrigadiere Arturo MEDIA, originario di Napoli, che tentò
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