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3 Sessione - Il cittadino in armi 231
Alfredo SARACINO e Lorenzo FEBRUA. Pochi mesi dopo la Battaglia del Po-
dgora, a pochi chilometri di distanza, tra le file dell’Arma si ripeté quello stesso
gesto di umana generosità: “il 15 dicembre 1915 e, infine, per la durata di un mese i
militari sopra indicati della sezione speciale di Isola Morosini , in seguito a loro domanda
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furono assegnati a reparti di fanteria per porre tubi di gelatina esplosiva nei reticolati, però,
mancata l’occasione di tale servizio, vennero impiegati in esplorazione del terreno antistante per
riconoscere lavori di difesa del nemico, senza avere avuto occasione di compiere atti di valore,
o di ardimento meritevoli di menzione”. Venne così riconosciuto ufficialmente che
furono solo gli eventi a pilotare il destino di quei carabinieri, disposti ancora una
volta a morire in nome della Patria.
Eroi di tutti i giorni
Dopo la battaglia del Podgora, e dopo un periodo di isolamento in quarante-
na per via del colera, il Reggimento Carabinieri Mobilitato fu sciolto è contribuì
alla costituzione di altre unità destinate a compiti di polizia militare (rimase, asse-
gnato al Comando Supremo, uno solo dei 3 battaglioni che lo formavano). Que-
sto non fece però venire meno la natura dell’Arma come “arma combattente”,
pur non essendo più impiegata in azione con unità organiche. La costituzione
di nuovi plotoni a piedi, e l’adozione di nuove dottrine d’impiego spostarono la
gravitazione della polizia militare verso i Reparti schierati in prima linea, dove i
Carabinieri erano particolarmente incaricati di coadiuvare i comandanti nel man-
tenimento della disciplina, ma dove non si sottrassero mai tra gli altri soldati ai
combattimenti più cruenti.
Chiamati a recuperare i militari sbandati sul campo di battaglia e a ricondurli
sulla linea del fuoco, spesso li guidarono all’assalto, sostituendosi a volte ai supe-
riori caduti o dispersi. Decine di Carabinieri incaricati del servizio di portaordini
si distinsero nello sfidare i cecchini nemici su terreni scoperti, restando a com-
battere con le unità che avevano raggiunto.
15 È una vasta area di territorio compresa tra la riva destra del fiume Isonzo e la riva sinistra
dell’Isonzo, un corso d’acqua di risorgiva che ha inizio presso l’argine dell’ Isonzo (forse in
origine un braccio del suo delta) e dopo un percorso ampio e tortuoso termina nello stesso,
poco prima della sua foce nel golfo di Panzano .La denominazione di “isola” deriva appunto
dal fatto che il territorio è interamente circondato dall’acqua dei due fiumi (tranne poche cen-
tinaia di metri a nord-ovest, al confine con il comune di Fiumicello) e un tempo era raggiunta
esclusivamente via mare.