Page 247 - ATTI 2021 - IL MILITE IGNOTO
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              Ci si stava avvicinando alla grande conflagrazione europea e, infatti, nel
          luglio del 1912 il Comando del Corpo di Stato Maggiore dell’Esercito dispose
          che  la  Regia  Guardia  di  Finanza,  in  caso  di  guerra,  mobilitasse  distaccamenti
          speciali costituiti da Finanzieri dei reparti di confine da porre a disposizione dei
          reparti del Regio Esercito in prima linea, con compiti informativi e di esplora-
          zione, ed unità destinate a partecipare alle operazioni di guerra con organico,
          armamento ed equipaggiamento identico a quelli dei reparti alpini. Questi re-
          parti dovevano essere formati esclusivamente da personale in servizio al mo-
          mento dell’emergenza. Una seconda aliquota sarebbe stata destinata alla difesa
          costiera, formando reparti simili a quelli della milizia mobile, ricorrendo even-
          tualmente anche a richiamati in servizio. Un’ultima aliquota, integrata anch’es-
          sa da richiamati, doveva infine assicurare l’esecuzione del servizio d’istituto
          nell’interno del Paese e sulle frontiere non coinvolte nelle operazioni belliche,
          con particolare riguardo al controllo dell’economia di guerra ed alla sicurezza
          interna. In aderenza a queste direttive, lo Stato Maggiore dispose la formazio-
          ne, al sorgere dell’emergenza che ormai chiaramente si avvertiva in Europa, di
          un numero non definito di distaccamenti speciali, da costituire con il personale
          delle Brigate di frontiera, di Battaglioni di frontiera e Battaglioni costieri, oltre
          ad alcune Compagnie autonome.
              Nel 1913 furono pubblicate le Istruzioni per l’impiego in guerra della Regia Guar-
          dia di Finanza e le Istruzioni per la difesa delle coste. La seconda pubblicazione, in
          particolare, prevedeva la realizzazione di un dispositivo di allarme, con un velo
          di forze e, a intervalli, con unità a livello Battaglione, per reprimere tentativi di
          incursione, per difendere i collegamenti ferroviari o per imporre all’avversario,
          in caso di sbarchi in forze, un tempo di ritardo sufficiente a consentire l’af-
          flusso di grandi unità in grado di sviluppare il contrattacco. La Regia Guardia
          di Finanza veniva così ad assumere un ruolo di rilievo per la realizzazione del
          dispositivo di protezione nazionale e ufficiali del Corpo furono quindi inseriti
          nella relativa catena di comando. Alla difesa costiera avrebbero dovuto parte-
          cipare anche le unità navali del Corpo, alle dipendenze della Regia Marina. Nel
          novembre 1914 lo Stato Maggiore chiese al Comando Generale della Regia
          Guardia di Finanza se i Battaglioni destinati alla difesa costiera potessero esse-
          re impiegati nell’Esercito di campagna, ricevendo risposta affermativa. Sempre
          alla fine di novembre 1914 il Comando del Corpo di Stato Maggiore chiese
          di ordinare i Battaglioni in cinque Reggimenti, e, conseguentemente, furono
          predisposte  in  rapida  successione  tre  diverse  ipotesi  di  inquadramento  che,
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