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4 Sessione - Il ricordo della vittoria 271
Il cimitero degli Invitti della III Armata sul Colle Sant’Elia, 1922-23.
Una sepoltura dei marinai della M.A.S. 264 con epigrafe di Gabriele D’Annunzio
(Archivio CGOCG, DLD)
della realtà della guerra e del sacrificio individuale, pienamente rispondente
allo spirito degli ex combattenti ma difficilmente in grado di comunicare l’e-
saltazione per la vittoria della Nazione. Mussolini dichiarerà successivamente
di non aver mai amato quel cimitero e lo bollerà come «un grande deposito di
un ferro vecchio» . Nei primi anni Trenta il Commissario del governo genera-
21
le Giovanni Faracovi tenterà di modificarne il carattere in senso monumentale
con interventi architettonici; infine, nel 1935 il Commissario straordinario ge-
nerale Ugo Cei deciderà la realizzazione di un nuovo sacrario di fronte al colle
Sant’Elia, sul versante occidentale del monte Sei Busi, mentre il cimitero degli
Invitti verrà trasformato in Parco della Rimembranza. 22
21 L’affermazione di Mussolini è riportata dal generale Ugo Cei nel suo Memoriale secondo. Il
Cimitero Monumentale di Redipuglia, 1953) e citata in FIORE ANNA MARIA, La monumentaliz-
zazione dei luoghi teatro della Grande Guerra: il sacrario di Redipuglia di Giovanni Greppi e Giannino
Castiglioni, in «Annali di architettura. Rivista del Centro internazionale di Studi di Architettura
Andrea Palladio di Vicenza», n. 15, 2003, pp. 233-247.
22 È Mussolini a scegliere, tra le ipotesi prefigurate dal generale Cei, di variare l’ubicazione del
cimitero; Ibid., p. 239.