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272        Il Milite Ignoto: sacrificio del cittadino in armi per il bene superiore della Nazione




               La questione della “sistemazione definitiva” delle sepolture dei militari italiani è
            affrontata dal regime alla fine degli anni Venti con la nomina, il 1° ottobre 1927, del
            generale Giovanni Faracovi quale Commissario del governo alla guida dell’Ufficio
            centrale per la Cura e le Onoranze delle Salme dei Caduti in Guerra, trasferito da Udi-
            ne a Padova. Nella sua Memoria del 1930 , dopo aver lamentato le «più deplorevoli
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            e più miserande condizioni» di gran parte dei cimiteri di guerra attuati «con assoluti
            criteri di precarietà ed economia» , Faracovi rivendica esplicitamente l’idea di ricor-
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            rere, per le sistemazioni definitive, a «Grandi Concentramenti di Salme […] Pochissime
            opere […] ma tutte monumentali: pochissimi, ma grandiosi, Cimiteri oppure Ossari
            a loculi individuali» . Il programma del generale prevede la creazione di tre linee
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            principali di opere – sull’Isonzo (Redipuglia, Gorizia, Caporetto), sul Piave (Fagarè e
            Montello), sulla linea montana (Santo Stefano di Cadore, Cortina d’Ampezzo, Monte
            Grappa, Asiago, Arsiero, Schio, Pasubio, Castel Dante di Rovereto, Passo del Tonale,
            Passo dello Stelvio) – in corrispondenza dei più importanti fronti di combattimento;
            nelle zone retrostanti – «ove si tratta di militari non direttamente caduti sui campi di
            battaglia sibbene di quelli deceduti negli ospedali» – i concentramenti di salme sono
            effettuati nei centri maggiori, corrispondenti in genere ai capoluoghi di provincia.
            Nel territorio sottoposto alla diretta giurisdizione del Commissario del governo sono
            dunque previsti cimiteri militari e reparti militari in cimiteri civili, ossari in cimiteri
            civili e in templi, ossari militari in prima linea, includendo in un piano organico alcune
            iniziative auspicate a livello locale – come accade ad esempio per gli Ossari di Asiago
            e Cortina d’Ampezzo – e trovando altresì raccordi con opere già progettate quali, tra
            altre, il Tempio Votivo del Lido di Venezia e quello di Bassano del Grappa. Il gene-
            rale Faracovi indica infine i concetti fondamentali che presiedono alla sistemazione
            definitiva delle sepolture militari: Perpetuità, Individualità, Monumentalità. Questi prin-
            cipi – in particolare, la monumentalità di costruzioni grandiose e durevoli, severe e
            solenni – avrebbero testimoniato «la riconoscenza dell’Italia ai suoi Morti Gloriosi» ;
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            23   Memoria sulla sistemazione definitiva delle salme dei militari italiani caduti in guerra…, cit. Un Programma
               generale per la sistemazione definitiva delle sepolture militari italiani nelle ex zone di guerra è predisposto e
               approvato alla fine del 1928; cfr. BREGANTIN, BRIENZA, La guerra dopo la guerra…, cit., p. 61.
            24   Memoria sulla sistemazione definitiva delle salme dei militari italiani caduti in guerra…, cit., p. 51.
            25   Ibid., p. 53.
            26   Ibid., p. 59. Per una tempestiva restituzione dell’attività del generale Faracovi cfr. GAL-
               LIMBERTI NINO, Gli Ossari di guerra. L’Ufficio centrale di Padova per le Onoranze alle Salme, in
               «Padova. Rivista del Comune», n. 11-12, 1932, pp. 46-60.
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