Page 292 - ATTI 2021 - IL MILITE IGNOTO
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290        Il Milite Ignoto: sacrificio del cittadino in armi per il bene superiore della Nazione




               La prima idea del Vittoriano risale al gennaio 1878, in coincidenza con la
            morte del primo Re d’Italia Vittorio Emanuele II. Nel corso delle festività nata-
            lizie Vittorio Emanuele si era dedicato alla caccia, che era poi la sua attività pre-
            ferita, ma un imprevisto nel corso di una battuta l’aveva obbligato a trascorrere
            un’intera notte all’aperto. Il Re aveva 58 anni e certo non poteva dirsi anziano,
            neppure per l’epoca, ed inoltre aveva goduto sempre di una buona salute, ma in
            quella circostanza il gelo fu eccessivo ed i sintomi della polmonite comparvero il
            7 gennaio. Da allora si trattò di una mera questione di tempo, tutto si concluse il
            9 gennaio verso le 14:30. Diversi storici tra cui Bruno Tobia, si sono occupati di
            quei giorni, di quelle ore, certo almeno tecnicamente un ruolo fu svolto dal con-
            te Giovanni Visone e da Don Zino ovvero dal Segretario Generale e dal Cappel-
            lano Maggiore della Real Casa Savoia, ma ai fini della nostra trattazione, gli stori-
            ci hanno  giustamente chiamato in causa i due grandi  registi dell’agonia  della
            morte e dei funerali del Re che furono: il Primo Ministro Agostino Depretis e il
            ministro dell’Interno Francesco Crispi, due grandi leader della Sinistra Storica,
            spesso rivali, ma che in questa circostanza agirono coesi dinanzi al rapido preci-
            pitare degli eventi. Toccò a loro curare ogni aspetto, soprattutto sul piano della
            comunicazione. In quelle ore, in quei giorni e nelle ore e nei giorni che vennero,
            si fece strada e poi si radicò la convinzione che a Roma nella neonata capitale
            d’Italia fosse importante erigere un monumento a memoria di Vittorio Emanue-
            le II, quale onore reso al primo Re d’Italia, non una tomba qualsiasi. Fin dal
            principio, si pensò di porre il corpo altrove, in un luogo consacrato dalla Chiesa
            cattolica luogo che, dopo una serie di rifiuti e tentennamenti si identificò nel
            Pantheon. Qui tuttora, è presente, come sappiamo, la tomba di Vittorio Ema-
            nuele II primo re d’Italia. I motivi di questa scelta, che avrebbe portato alla na-
            scita del Vittoriano sono diversi. Essi sono collegati in gran parte al clima di ge-
            nerale  pericolo  che  avvolgeva  il  giovane  regno  d’Italia  e  ancor  più  il  suo
            momento chiave cioè il trapasso generazionale, pericoli venivano dall’esterno
            innanzitutto dalla Chiesa cattolica. Pio IX dalla prigione dove si era autorecluso,
            la Città del Vaticano, continuava in ogni modo possibile a tramare a stringere
            patti a serrare amicizie contro i Savoia, pur di minarne l’autorità e così tornare in
            possesso dello Stato della Chiesa, più o meno in modo simile si comportavano i
            Borboni, a cominciare da Francesco e da Maria Sofia, che da Parigi cercavano di
            rientrare in possesso di Napoli e del regno delle due Sicilia. Che dire poi dell’In-
            ternazionale Anarchica per cui Casa Savoia rappresentò un bersaglio primario
            del terrorismo; lo era stato sotto Vittorio Emanuele II e avrebbe continuato ad
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