Page 22 - Adriatico 1848. Ricerca e significato della contrapposizione marittima - Atti 25 settembre 1998
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12 PIER PAOLO RAMOINO
marittima. Tutti questi Stati fanno parte del "sistema adriatico" valorizzando le ca-
pacità commerciali e soprattutto pescherecce dei loro porti, pur non raggiungen-
do almeno in questo teatro un ruolo marittimo maggiore. Sia lo Stato ciel Papa
che quello borbonico possono infatti utilizzare la loro facciata tirrenica, clotata di
porti e cantieri cii buone caratteristiche, per sviluppare un'attività mercantile all'al-
tezza elei tempi. L'Impero della Porta ha in Constantinopoli e nel Levante il suo
fulcro commerciale e la costa adriatica può rappresentare solo una retrovia, tra
l'altro insidiata dalla crescente minaccia insurrezionale greca, comunque la scon-
fitta navale di Navarino nell'ottobre del 1827 in quella che fu definita come l'ul-
tima grande battaglia combattuta dalle marine veliche aveva cii fatto cancellato la
Marina ottomana dal novero clelle Flotte di un certo peso mondiale.
Il sistema adriatico ha quindi negli anni che vanno dal Congresso di Vienna
alle prime operazioni belliche del 1848 un suo autonomo ruolo marittimo, che
però solo per gli austro-veneti è legato ad una vera politica di sviluppo delle
marinerie e quindi alla necessità di crearsi un certo potere navale.
La geopolitica di questo mare è però ancora una volta condizionata dalla
Superpotenza egemone del tempo. Il possesso delle Isole Jonie da infalti alla
Gran Bretagna le chiavi di accesso all'Adriatico, dimostrando come gli Inglesi sia-
no pronti a sfruttare qualsiasi trattativa diplomatica per sviluppare una cboke
pO/nfS sfl'Clfegy, che con uno sforzo militare d'impegno non eccessivo può eser-
citare un controllo di grande valenza strategica e politica. Il possesso di basi co-
sì ben collocate permette infatti non solo di mantenere in be/ng degli stazionari
(normalmente una piccola divisione tralla dalla squadra del Mediterraneo), ma
anche di effettuare con poco sforzo azioni di presenza con fregate e sloops pri-
ma a vela e poi anche a vapore in tutto il bacino, tenendo contemporaneamente
SOltO controllo la sempre più importante area greca e volendo, se la politica este-
ra lo richiede, anche il Levante.
L'esempio, a mio parere, più interessante di applicazione di un potere ma-
rittimo di origine adriatica viene dalla "campagna" della squadra austriaca in Siria
del 1840. Si trattò di una vera operazione, che oggi verrebbe detta di peace-kee-
P/llg, lJ1ulfillazlollale, infatti la conduzione politico-strategica dell'impresa è cer-
tamente affidata alla superpotenza, la Gran Bretagna, che invia nelle acque
d'interesse la forte squadra dell'ammiraglio SLopford, ma a questa si affianca la
forza austro-veneta dell'ammiraglio Bancliera. Non mi soffermo sugli scopi p0li-
tid della spedizione, ma sottolineo come l'unica Marina militare aclriatica esca in
forze da questo mare e compia una missione importante sia dal punto di vista
militare che da quello nautico. L'importanza attribuita dal Governo I.R. a questa
missione può dimostrarsi clal numero e dal tipo delle unità inviate, tra cui la pri-
ma unità a vapore (il piroscafo Jltlal'/a Auna), e dalla qualità clegli S.M., il co-
mando della fregata Guel'l'/el'Cl fu affidato all'arciduca Federico, già allievo della
Scuola cii Marina cii San Anna a Venezia e cii cui una reliqua è conservata nella
nostra chiesa di Marina di San Biagio.