Page 66 - Adriatico 1848. Ricerca e significato della contrapposizione marittima - Atti 25 settembre 1998
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56 ROBERT I. DAUBER
Conseguenze del 1848 per la Marhla austriaca
Dopo aver assunto il trono il 2 dicembre dell'anno rivoluzionario 1848, il
nuovo Imperatore Francesco Giuseppe I realizzò rapidamente che la Marina au-
striaca doveva essere rafforzata, perciò ristrutturata e posta al comando di un uf-
ficiale di marina di provata esperienza navale. Egli immediatamente ordinò che
un anziano comandante fosse individuato nei paesi germanici o nord-europei.
Nel marzo 1849 il commodoro danese Dahlenlp, con oltre 40 anni di espe-
rienza professionale in marina, fu designato Viceammiraglio e comandante in ca-
po della Marina austriaca. Egli trovò questa Marina piccola e debole. Ciò nondimeno
e a seguito di ordine imperiale egli iniziò ad organizzare con la squadra navale
austriaca, il cui comando assunse direttamente, in azione congiunta con le forze
di terra austriache dislocate in tel'l'ct ferma - con successo - un blocco dei porti
della tuttora rivoluzionaria Repubblica di Venezia. Nello stesso tempo intraprese
un motivato lavoro di riforma e di riorganizzazione della Marina austriaca.
Nel frattempo, nel mese di marzo 1849 il Regno di Sardegna sospese l'ar-
mistizio con l'Austria e la battaglia contro gli austriaci riprese di nuovo. Ma già
tre giorni dopo, il 23 marzo, le truppe austriache, al comando del Feldmaresciallo
Radetzky conseguirono una decisiva vittoria a Novara, che pose termine alla
guerra con la Sardegna e fu raggiunta e firmata la pace. Anche la flotta italiana
riunita lasciò le acque dell'Adriatico, dove era ancora dislocata.
Il Feldmaresciallo Radetzky ora richiese alla flotta austriaca di conquistare
il porto di Ancona, la capitale del partito repubblicano nelle Marche. Il viceam-
miraglio Dahlerup salpò per Ancona con tre fregate austriache e due vapori ar-
mati, con un reggimento imbarcato di fanteria germanica. A parte qualche scambio
di cannonate tra la squadra apstriaca e le fortezze a mare di Ancona non furo-
no effettuati altri attacchi da parte degli austriaci poiché Ancona dimostrò di es-
sere troppo forte e troppo ben dotata di artiglierie.
Il viceammiraglio Dahlerup ritornò con la sua squadra navale nelle acque
di Venezia, dove la cintura del blocco era stata nuovamente chiusa e fatta così
impenetrabile che persino piccole imbarcazioni dei veneziani non potevano at-
traversare le linee del blocco. Anche l'attacco di una nave veneziana contro la
fregata Venel'e rimase senza esito, a seguito di una veloce manovra di disimpe-
gno del suo comandante. Sino all'agosto 1849 la situazione del blocco di Venezia
era divenuta così difficile, che la città della laguna capitolò il 22 agosto.
Le condizioni di capitolazione prevedevano la consegna di tutto il materia-
le navale da parte dei veneziani da un lato, ed un generale perdono per tutti i
disertori non graduati ed equipaggi da parte dell'Austria dall'altro lato. La Marina
austriaca requisì poche fregate in costruzione nell'arsenale, tre grandi e due pic-
cole cOlvette, pochi vapori ed un certo numero di barche lagunari di vario tipo.
Le migliori di queste navi furono assunte in servizio nella Marina austriaca,
che quindi possedeva 31 navi maggiori anziché 26 come prima dell'inizio del-
la rivoluzione a Venezia. Poiché ora anche i politici austriaci a Vienna meglio