Page 58 - Missioni Militari Italiane all’estero in tempo di pace (1946-1989) - Atti 27-28 novembre 2001
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46 GIORGIO CIOKGEKINI
Proprio il Tnmato di P:tce chi:1mò in <.~JUS<J l'esigenza della prQiezione di forze
ann;ue italiane oltremare. Per lenire la durezl:l del Tmuato e blandire certi risenti-
menti italiani per la pertlita dei vecchi territori roloniali. fu affidata ull'llalia, su mandato
quinquennale delle Nazioni Unite, l'amministrazione fiduciaria della Somalia che,
~vviata all'indipendenza, usciva dall'amministm2ione militare britannica d'occupa-
zione. Tra il febbraio e l'aprile 1950 sbarc:uono in S<lmalia oltre 5 700 militari ltali:mi
delle tre Forze Annate e dell'Anna (presente con un bauaglione blindato, quattro
comp;tgnie e due nudei moto rizzati). Gli effeuivi diminuirono gmdualmente nel
tempo sostituiti d:1 rep:11ti soma li addèStr-.Jti e formalì d:lgli itaJi:mi e che ripresero la
tradizione del nostro Hegfo Corpo delle truppe coloniali. La missione del Corpo di
sicurezza in SomaJia si conduse all'inizio di gennaio 1956, mentre le forze di poli:~.ia
somale furono addestrate e inquadrate clall'Amta e dalla Guardia di Finanza.
Questa prima uscita po~tbellìca all't$lero di militari it:lliani avvenne su deli-
bera parlamentare facendo riferimento al dettato costituzionale che prevede agli
arncoli 80 e 81 che i trJtlali che comport:•no obblighi militari debbano essere
approvati dal Parlamento e che la copertur~ finanziaria per le singole missioni
debba ricevere uguale ratifica parlamentare qu;~ndo siano supera1e le disponibi-
litìt dei fondi 8ià st:tnziati nei capi10li di bil:tncio.
In Parlamento votarono contro la missinm~ k sinistre ed :~nche il partito libe-
rale. l':llltorizznione passò con la maggioranz:1 eli centro-destra.
Da allora è invalso l'uso, anche quando non si presentino le condizioni
previste dalla Carta co:>tituzionale. eli sotwporre a preventivo dibanitO parla-
mentare ogni decisione relativa alla partecipa7ione cldle Forze Armate a missioni
all'estero. Questo pure nel c:JSO che queste avvengano od quaclw NATO, ONU.
OE o quant'altro. Difficile dire se questo comportamemo sia un punro di debo-
lezza della nostra politka militare ed estera. specie di fronte a urgenti situazioni
di crisi. T:alvolta sarebbe forse st1ffidente una comunicazione del Governo alle
C:Jmere. Tuttavia. for.;e più per esigenze politiche interne che per interpretazione
costituzionale. si vuole un pronunciamento p:trlamentare che accompagni la
missione. :~nche se l'esperienza ci dice quanto possa essere dihmiante per gli
schier-.amenti parlamentari, di maggior:mza e c.li minor:tnz:l. prendere posizioni ~
favore o rontr-.trie. Abbiamo esempi recenti ò:Jll'Aibania al Kosovo e om al mare
Ar-.abico, dove stiamo andando, e :aii'Afgh:anist:tn o al Medio Oricntc se mai vi
andremo. Il rt•uo è che il voto m;~ggioritari<> parlament:~re fav<>revole non elimina
le renioni sfavorevoli deUa piazza e di parte dell'opinione pubhlica che reagisce
con un aueggiamento di disaccordo sull'impegno mililare per arriv:~re :t !l'estremo
degli inviti alla diserzione e agli aui di vilipendio della handier:1 e dei v:llori
n:nionali. Così i soldutì. ancorché sempre definiti "della pace". partono lasciando
alle spalle un Paese diviso e discorde che non è certo il meglio delle condizioni
in cui si deve muovere un:• spedizione milit:lre.

