Page 132 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1944-1989) - Atti 27-28 ottobre 2004
P. 132

NI
            IDDII~ __________________________________________________ P_IE_R_O_C_R_O_C_IA __
                Il  mese di marzo aveva visto i battaglioni Ferrovieri ancora all'opera in Tosca-
            na, al porto di  Livorno, a Pisa, e sulla Pisa-Empoli-Firenze e sull'Adriatico, sull'An-
            cona-Faenza  e  più  a  Sud;  mentre  era completato  il  VI  battaglione.  La  fine  della
            guerra era vicina ed il  Comando di  Raggruppamento prendeva intanto delle misu-
            re in  vista della liberazione di  Bologna e del  recupero degli  impianti e dei  magaz-
            zini  già di  pertinenza del Genio Ferrovieri. Anche i militari sentivano che la guer-
            ra stava per finire e se  i veterani si  preoccupavano del  loro rcinserimento nella vi-
            ta civile e delle famiglie  (molti erano settentrionali), di cui erano privi di  notizie, i
            nuovi arrivati, che in genere non provenivano dalla specialità e che vedevano attor-
            no a loro un  fiorire di  "assenze arbitrarie", erano assai meno disciplinati dei  primi.
                Ad  aprile  (29.080  giornate/uomo)  i battaglioni proseguirono nei  lavori  per i
            quali erano già stati in  precedenza impegnati, con qualche piccolo spostamento in
            avanti ed a fine  mese erano così dislocati: VI ad Osimo (con compagnie a Monte-
            gallo, Rimini e Roma) e XIII  a Forlì  (con compagnie ad Imola e S.  Lazzaro di Sa-
            vena),  I - ormai  passato  al  Gruppo  Battaglioni  Perotti - a  Porto  Potenza  Picena
            (con compagnie a Fano'e Pescara),  il  II  all'Ardenza (con compagnie a Pisa,  Livor-
            no ed Empoli), il III a Pisa (con compagnie a Pisa, Firenze ed Empoli). Prime rico-
            gnizioni effettuate a Casalmaggiore avevano persuaso il comando a non far conto
            sulla  caserma  e  il  poligono,  gravemente  danneggiati,  ciò  che,  comunque,  non
            avrebbe impedito il successivo impiego nella zona di  Bologna.
                A maggio,  infatti,  tutti  i battaglioni  vennero  impiegati  nel  riattamento  degli
            scali di Bologna, S.  Giovanni in Persiceto e Tavernelle, delle tratte Bologna -Piacen-
            za e Bologna -Ostilia e nella ricostruzione di  ponti sul  Po e sul  Reno. Si  trattava in
            totale  di  oltre 3.500 uomini,  alcuni  dei  quali  con  oltre sette  anni  di  "naja" sulle
            spalle,  con un  comprensibile desiderio di  tornare a casa (desiderio rafforzato dal
            congeda mento delle classi  anteriori al  1915) anche se  non erano state emanate di-
            sposizioni  per favorirne  il  ritorno  nel  mondo  del  lavoro (19).  Sempre a maggio  le
            ferrovie  avevano visto l'impiego di  venticinque compagnie di  Pionieri e di  una di
            Artieri,  impiegate,  inizialmente,  quasi  tutte  sulla  Firenze-Bologna - in  specie  nel
            riattamento delle stazioni - e trasferite poi a nord della città felsinea (20).
                Ugualmente  oltre  Bologna  operarono a  giugno  i  battaglioni  Ferrovieri  il  cui
            personale cominciava, lentamente, ad essere sostituito da giovani reclute.  I repar-
            ti erano impegnati sulla Bologna-Modena, la Bologna-Verona e la Bologna-Rimini.
                Con la fine della guerra le  Ferrovie avevano potuto rendersi conto della situa-
            zione  e  formulare  dei  programmi  per la  ricostruzione  delle  lince,  nel cui  ambito



               (19)  AUSSME,  Fondo D.  S.  B.  4219.
               (20)  AUSSME,  Fondo D. S.  B.  4218.
   127   128   129   130   131   132   133   134   135   136   137