Page 22 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1944-1989) - Atti 27-28 ottobre 2004
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           straniero,  a  suo  tempo  ufficiale  di  collegamento  alleato  con  le  unità  italiane:
           Charles T.  O'Reilly (5),  il  quale  non  a  caso  intitolò  polemicamente  la  sua  opera
           "Forgotten Battles", "Battaglie dimenticate".
               Vediamo dunque queste cifre un pò più da vicino. All'atto della Liberazione,
           i combattenti nelle  unità italiane schierate sul  fronte  a fianco  degli  Alleati  e in-
           quadrate nell'Ottava Armata del Commonwealth erano 99.000; altri 196.000 fa-
           cevano  parte  delle  così  dette  "Divisioni  Ausiliarie"  sulle  quali  gravava  pratica-
           mente l'intera attività logistica nella zona di combattimento e che operavano qua-
           si  costantemente sulla linea del  fuoco  o  presso di  essa;  le  forze  di  sicurezza,  di-
           stribuite sia nelle  immediate retrovie che nell'intera Penisola, contavano 66.000
           uomini  mentre complessivamente altri  100.000 servivano in  tutte le  formazioni
           e le  attività della Marina e dell'Aeronautica.
               In sostanza, alla cessazione delle ostilità, più del 400/0 delle truppe alleate in Ita-
           lia erano composte da  membri  in  uniforme delle  Forze Armate italiane.  Ad  essi si
           devono tuttavia aggiungere i combattenti del  Corpo Volontari della Libertà, vale a
           dire le  forze partigiane che, al  comando del generale Raffaele Cadorna, operavano
           dietro le linee nemiche. All'indomani dell'8 settembre 1943 illegittimo governo ita-
           liano aveva invitato tutti i componenti le Forze armate rimasti isolati in terra occu-
           pata a darsi alla macchia e ad organizzare la resistenza armata; ed a questo appello
           migliaia di  ufficiali, di sottufficiali e di soldati dell'Esercito, della Marina e de II' Ae-
           ronautica avevano risposto con tenacia e determinazione. È ad essi che fu  dovuta la
           nascita della lotta armata partigiana. Nel complesso,  oltre 200.000 erano stati, nei
           venti, terribili mesi di guerriglia i componenti di essa; e malgrado le gravissime per-
           dite subite, i fucilati, i deportati nei campi di sterminio, all'atto della Liberazione ne
           rimanevano in campo ancora più di 70.000. Infine, occorre ancora aggiungere i mi-
           litari partigiani all'estero (circa 60.000); e non vanno dimenticati quei 600.000 uf-
           ficiali,  sottufficiali e soldati che, internati in  Germania, sottoposti ad  ogni sorta di
           vessazioni,  ridotti alla fame,  non si  piegarono mai, non tradirono il  giuramento
            prestato rifiutando la collaborazione con il  nemico nazista (6).
               Sempre al momento della Liberazione, a quella data del 2 maggio 1945 quan-
            do fu  dichiarata  ufficialmente  la  cessazione  delle  ostilità sul  fronte  italiano (7),  il
            contributo di  sangue  dato  dai  nostri  combattenti saliva  ad  oltre  170.000 caduti:



              (5)  Charles T.  O'Reilly,  Forgotten  Battles.  Italy's  War  or Liberation,  1943-1945,  Lanham,
            Maryland, US,  Lexington Books, 2001.
               (6)  Raimondo  Luraghi,  "l soldati  combattenti  della  Guerra  di  Liberazione",  in:  Nuova
            Storia  Contemporanea, a.  VIII, n.  3, p.  155  sgg.
               (7)  Orlando  di  Collalto,  1945-1955.  Un  appello  nel  Cinquantenario  della  Liberazione,
            (stampato privatamente).
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