Page 129 - Giuseppe Garibaldi. L'Uomo. Il Condottiero. Il Generale - Atti 10 ottobre 2007
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Giuseppe Garibaldi. l ’ uom o, il condottiero, il Generale
Garibaldi e la Terza Guerra d’Indipendenza
Prof. Matteo Pizzigallo
Università “Federico II” di Napoli
a guerra lampo contro la Danimarca per i ducati dello Schelswig, Holstein e
Lauenburg vinta da austriaci e prussiani, per questi ultimi era stata utile banco
Ldi prova per calibrare l’efficienza del loro strumento militare e, al tempo stes-
so, ne aveva ulteriormente alimentato le antiche ambizioni egemoniche sui tanti sta-
terelli della vecchia Confederazione germanica fino ad allora nella sfera di influenza,
ormai calante, dell’Austria. Infatti, la coesistenza competitiva fra Austria e Prussia
ben presto superò il carico di tensione tollerato, esponendosi al rischio di esplodere.
In quest’ottica il cancelliere prussiano Bismarck cominciò a predisporre tutta una
serie di missioni diplomatiche e militari per contenere i rischi e massimizzare i ri-
sultati. Nel luglio 1865 l’ambasciatore prussiano a Firenze (da pochi mesi la nuova
capitale del giovane Regno d’Italia) Guido von Usedom, su incarico di Bismarck,
muoveva alcuni passi in direzione del Governo italiano, cui proponeva un’intesa co-
mune contro l’Austria in vista di una ormai non più rinviabile resa dei conti per
l’egemonia sugli stati tedeschi.
La tentennante risposta italiana spinse Bismarck, nei mesi seguenti, ad allargare
la rete delle sue consultazioni preventive, coinvolgendo direttamente la Francia di
Napoleone III sotto la cui non disinteressata protezione, spesso soffocante, il Regno
d’Italia si era situato. Negli scenari di guerra prefigurati dai diplomatici prussiani i
francesi intravidero una possibilità, per quanto remota, di aggiustamenti territoriali
sulla frontiera renana e, per questo, Napoleone III non si oppose alla ventilata allean-
za della Prussia con l’Italia che, tra l’altro, aveva visto naufragare un suo maldestro
tentativo di negoziato diplomatico bilaterale con l’Austria per la cessione diretta del
Veneto in cambio della neutralità integrata dal pagamento di una somma ingente.
Con l’assenso di Parigi, dunque, non vi erano più ostacoli all’alleanza italo-prus-
siana sottoscritta l’8 aprile 1886 a Berlino, che stabiliva l’intervento dell’Italia al
fianco della Prussia qualora quest’ultima “fosse messa in condizione di prendere le
armi per far prevalere le sue proposte di riforma della Costituzione federale conforme
ai bisogni della nazione tedesca”. In caso di vittoria contro l’Austria, l’Italia avrebbe
finalmente ottenuto Venezia. L’alleanza italo-prussiana, pur se nata sotto il segno
della reciproca diffidenza fra le due Parti contraenti (cui si era aggiunto dall’esterno
l’interessato consigliere fraudolento francese, che agiva esclusivamente per le sue
ambizioni personali), produsse immediatamente una forte destabilizzazione del qua-
dro politico europeo.

