Page 58 - Giuseppe Garibaldi. L'Uomo. Il Condottiero. Il Generale - Atti 10 ottobre 2007
P. 58
58 CISM - ACtA del Convegno nAzIonAle dI StorIA MIlItAre - roM A 10 ottobre 2007
1867 - avendo informato il Consiglio dei ministri del modo lodevole con cui Ella ave-
va disimpegnavo la difficile e delicata missione di condurre e custodire al Varignano
il generale Garibaldi, mi rendo interprete dei miei colleghi col porgere a V. S. i più
sinceri complimenti per aver Ella saputo alla precisa osservanza della legge unire la
fermezza coi riguardi dovuti alla personalità del Generale”.
Cosicché nel ventennio intercorso tra la prima Guerra dell’Indipendenza e la presa
di Roma, tre volte i Carabinieri si trovarono nella dura necessità di dover arrestare il
generale Garibaldi in esecuzione di ordini ricevuti. In tutti e tre i casi gli ufficiali di
ciò incaricati seppero assolvere egregiamente il loro compito ed accoppiare alla più
scrupolosa osservanza dei loro doveri, rettitudine e moderazione, conciliando in tal
modo le inesorabili necessità della legge con i doverosi riguardi per l’alta e nobile
figura del Generale.
“ 9 novembre 1867
Fin dal primo momento che arrivai qui compreso dell’alta responsabilità che pesa
su di me e della somma importanza dell’onorevole incarico affidatomi ho preso tutte
le precauzioni necessarie per rendere impossibile un’evasione e per togliere anche la
volontà a chiunque che non sia un pazzo di fare un tentativo di fuga o di spostamento
dei miei prigionieri, che sarebbe certamente vano e pieno di pericoli per chi vi si
azzardasse...
Il sig. Generale non lascia occasione di esprimere la sua soddisfazione, chiamando
il trattamento che gli uso da perfetto gentiluomo; anzi la sera del 7 corrente, conver-
sando con me amichevolmente, coglieva il destro di pregarmi, e ciò in modo che mi
ha fatto una singolare impressione, di dimenticare le maniere dure e meno convenien-
ti che usò meco e coi miei a Figline ed a Spezia, esacerbato com’era dal suo arresto e
dal suo malessere. Io gli risposi cortesemente che noi avevamo dimenticato tutto per
amore del nostro paese e che non ci restava desiderare se non che tutti sapessero ed
avessero il nobile coraggio di fare altrettanto”.
“ 15 novembre 1867
Appena qui giunto ho provveduto a quanto mancava, e ben anco al vitto del signor
Generale... Se si volesse ben anche ei non potrebbe qui essere né più lauto, né miglio-
re cosicché il sig. Generale ed i suoi, anche da questo lato, non potranno dire di non
essere trattati con tutti i riguardi possibili.
Infatti il sig. Generale più volte da me interpellato se fosse contento del trattamen-
to che gli si faceva, mi rispose tutto soddisfatto: qui ci trattano da Sibariti.
Il sig. maggiore cav. Corvetto fece portare al sig. Generale una cassa di vino di
Bordò, ed io poi sentendo dal Basso che il sig. Generale amava qualche volta i vini
spumanti feci cercare del Champagne, ma non essendosene trovato comperai una