Page 59 - Giuseppe Garibaldi. L'Uomo. Il Condottiero. Il Generale - Atti 10 ottobre 2007
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            Giuseppe Garibaldi. l ’ uom o, il condottiero, il Generale

            cassa di 24 bottiglie di vino d’Asti, che trovai assai a buon prezzo, cioè a L. 1,40 il
            pezzo, di cui rimasero pur contenti.
               Provvidi alcune bottiglie di rhum e del thè.
               Ora per i molti regali di vini, liquori, ecc. che giungono da ogni parte, queste spese
            sono cessate, quindi non sarà necessario eccedere lo scotto col biscacciere”.

            Le ultime battaglie: 1871 - 2 giugno 1882

               Garibaldi continuerà a combattere, malgrado le delusioni, l’essere “guardato a
            vista” nella sua “piccola Patria”, dall’esterno e dall’interno della sua quanto mai mo-
            desta casetta.
               Nelle elezioni del novembre 1876 (la Sinistra al potere) è eletto nel 1° Collegio di
            Roma. Garibaldi era però convinto che il governo Depretis (l’inventore del trasfor-
            mismo, che annullerà lo scontro tra “ideali”) non potrà fare molto.
               Aumentano le delusioni e tornano i ricordi.
               L’arresto di Canzio a Genova il 10 maggio 1879, nel corso di una manifestazione
            per l’anniversario della morte di Mazzini, fa pubblicare al giornale romano la se-
            guente lettera: “Miei cari amici, è con dolore ch’io devo rinunziare a rappresentarvi
            nel Parlamento. Con l’anima sarò con voi sino alla morte. Oggi però non posso più
            contare tra i legislatori, in un paese ove la libertà è calpestata, e la legge non serve
            nella sua applicazione che a garantire la libertà ai gesuiti e ai nemici della unità d’I-
            talia…Tutt’altra Italia io sognavo nella mia vita, non questa miserabile all’interno ed
            umiliata all’estero, ed in preda alla parte peggiore della nazione”.
               Il massimo dell’amarezza. Vuole andare a Genova, ma nessuna nave intende ac-
            coglierlo per ordine del governo. Ci riesce con un rimorchiatore.
               Bagno di popolo ovunque si rechi: a Milano in particolare è un trionfo.
               Sa che è la fine e vuole rivedere i luoghi dove tanti giovani morirono con lui. Era
            già stato a Milano; arrivo a Palermo il 28: tre chilometri tra la folla che, però, appena
            visto come era ridotto non ebbe la forza per gli applausi. Anche la musica tacque. Tre
            chilometri nel più assoluto silenzio. Solo pianto sommesso.
               17 aprile 1882: imbarco per Caprera. Oramai le poche forze erano esaurite in
            quel “ritorno”. Nel suo silenzio tornavano le immagini del Rio Grande e di Anita.
            Soprattutto di Anita, l’unica donna simile al suo hombre Josè. Vicino al suo lettino
            una ciocca dei suoi capelli.
               2 giugno 1882: Giuseppe Garibaldi, alle ore 6.20 pomeridiane cessa di vivere per
            “ritornare” nello Spirito dei Padri: nell’infinito Universo.
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