Page 132 - 150° Anniversario II Guerra d'Indipendenza - Atti 5-6 novembre 2009
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132 150° anniversario della ii Guerra d’indipendenza. atti del conveGno
per Capitani e subalterni e 0,10 per sottufficiali, graduati e militari di truppa;
inoltre, per gli ufficiali di ogni grado che ne avevano diritto come quelli del
Corpo, le razioni di foraggio per i cavalli erano di lire 1,25. I generali perce-
pivano degli assegni straordinari.
In questa Campagna, ecco la novità veramente importante, si dette l’avvio
ufficiale all’impiego sistematico e pianificato di carabinieri per il servizio
d’”intelligence”, coordinati dallo Stato Maggiore del Comando Generale
dell’Armata attiva (al fronte), in particolare dall’Uffizio di Informazioni diret-
to dal luogotenente colonnello del Corpo Reale di Stato Maggiore Giuseppe
Govone presso il Q.G.P.. L’attività informativa, fondamento di quella opera-
tiva di polizia civile e militare, è sempre stata curata dall’Istituzione sia tra-
mite i servizi preventivi, sia con l’addestramento individuale ad osservare e
annotare; ma nella circostanza, per la prima volta, questa caratteristica pro-
pria dei Carabinieri fu utilizzata in ambito militare appunto in modo espres-
samente organizzato e ad ampio raggio ed entrerà per il futuro nei compiti più
delicati e qualificanti dell’Arma. Allora, sin dalla fine di gennaio 1859, men-
tre furono allertate “more solito” le Stazioni di confine e nei pressi di obiet-
tivi sensibili posti sulle prevedibili direttrici di marcia del nemico, come ad
esempio quelle di S. Martino Siccomario (all’epoca in provincia di Alessandria,
oggi di Pavia) che controllava il ponte sul Ticino di Mezzana Corti e di
Trecate (NO) ove insistevano i telegrafi vicini alla frontiera, vennero inoltre
selezionati sottufficiali e carabinieri fra i più intelligenti dell’arma che in
abiti borghesi sorvegliassero i punti di passaggio su ambedue le sponde del
Po. Questi, sotto la direzione di ufficiali del Corpo Reale di Stato Maggiore,
dovevano all’occorrenza osservare il transito delle truppe imperiali e quanti-
ficarne il numero e le dotazioni magari, come accadde, infiltrandosi in qual-
che modo nei pressi dei loro acquartieramenti; poi, tramite altri colleghi
sempre in borghese, guardie di confine, messaggeri civili e persino contrab-
bandieri e colombi viaggiatori dovevano far telegrafare o comunque far
pervenire i dati al Comando Generale del Corpo che li trasmetteva al
Ministero della Guerra e informarne i Capi di Stato Maggiore dell’Armata o
delle Divisioni interessate, servendosi anche di una prestabilita catena di
posti per la corrispondenza. I rapporti, esaustivi e ben articolati, sono pubbli-
cati nella relazione ufficiale del Comando del Corpo di Stato Maggiore la
Guerra del 1859 per l’Indipendenza d’Italia, ed. 1910-1912.
Nel quadro degli ampliamenti territoriali seguiti all’esito favorevole delle
operazioni, a quanto sopra si deve aggiungere che il 5 luglio 1859, poco
prima del termine delle ostilità con l’armistizio di Villafranca dell’8 succes-
sivo, un Decreto Luogotenenziale a firma del principe Eugenio di Savoia