Page 133 - 150° Anniversario II Guerra d'Indipendenza - Atti 5-6 novembre 2009
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il corpo dei carabinieri reali tra compiti istituzionali e di “intelliGence” 133
controfirmato dal Cavour istituiva in Lombardia le Divisioni
Militari di Milano e Cremona e la Sottodivisione di Brescia,
nei Ducati quelle di Parma e Modena e qui l’opera dei
Carabinieri Reali merita un cenno a parte. Mentre infatti
nella Lombardia occupata e già inserita insieme al Veneto,
poi non più acquisito, quale obiettivo del conflitto, si trattò
“semplicemente” di sostituire alla Gendarmeria austriaca i
reparti del Corpo con uno sforzo organizzativo e organi-
co, gestito dal colonnello Trofimo Arnulfi, che com-
prendeva anche l’impiego del personale già in forza
ai Distaccamenti mobilitati e l’arruolamento di
ex gendarmi, purché lombardi e di fede italia-
na, non così fu per le altre regioni. In Emilia
Romagna e in Toscana esistevano infatti
Stati indipendenti che i fautori locali dell’Uni-
tà e la diplomazia di Torino cercavano, anche
a dispetto degli accordi di pace, di attirare
verso l’annessione al Regno Sardo. Com’è noto,
costretti a fuggire dalle sollevazioni popolari i
duchi Roberto di Borbone da Parma (per lui,
appena 11enne, la reggente Luisa Maria Teresa
sua madre) e Francesco V d’Este da Modena, il
Granduca Leopoldo II di Lorena da Firenze e i
governatori pontifici dalle Legazioni (Romagna),
i Commissari Regi piemontesi prima e soprattutto i
Dittatori dopo la pace di Villafranca si trovarono ad
affrontare eventi delicatissimi. Infatti: le truppe e i
Commissari sardi si erano ritirati in obbedienza agli
accordi; i successivi governi dittatoriali erano uffi-
cialmente delegittimati; l’opinione pubblica non era “in
toto” pro annessione al Regno Sardo, ma esistevano con-
sistenti frange favorevoli alla confederazione prevista dai
trattati con il ritorno dei sovrani spodestati, sia pure in
regime costituzionale e altre che, pur non volendone il
rientro, anelavano comunque alla completa indipendenza
da Vienna, da Torino e da Roma. Per la diplomazia piemon-
tese si poneva dunque la duplice esigenza di evitare scontri
popolari che avrebbero messo in crisi le Dittature che
lavoravano per le annessioni al Regno di Sardegna