Page 188 - 150° Anniversario II Guerra d'Indipendenza - Atti 5-6 novembre 2009
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188          150° anniversario della ii Guerra d’indipendenza. atti del conveGno



                 ne, su un terreno poco elevato ma con abbastanza pendenza da formare uno
                 spalto naturale sul lato dove il nemico può arrivare. Questo è un intelligente
                 metodo: è il frutto dell’esperienza che dimostra come il fuoco radente sia mi-
                 gliore di quello ficcante. inoltre, i soldati sulla cresta dello spalto hanno tutti
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                 i vantaggi che una posizione dominante può offrire, senza alcun svantaggio .
                 Si cercava di dare al fronte una forma concava, ad anfiteatro, dove ogni sa-
                 liente o altura era trasformata in una batteria fortificata in modo da incrociare
                 al meglio il tiro nella Kill Zone . La concentrazione di cannoni era impres-
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                 sionante, e il fronte nemico era fornito di artiglieria come una cittadella. Il
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                 risultato era quello di dare l’assalto ad una fortezza .
                   Una  volta  giunto  sulle  alture  di  San  Martino  il  comandante  dell’VIII°
                 Corpo d’Armata, il Feldmarschalleutnant Ludwig von Benedek si trovò da-
                 vanti a quello che la dottrina di impiego austriaca considerava il campo di
                 battaglia ideale. Per questo decise di mantenerlo sino alla fine, a tutti i costi.
                 Il comandante austriaco, una volta respinte le avanguardie sarde, capì subito
                 l’importanza tattica del colle di San Martino, e organizzò nel modo più ef-
                 ficace la difesa della posizione. L’asse principale lungo il quale si potevano
                 attendere gli attacchi del nemico era quello nord-sud. Tre strade rotabili se-
                 guivano quella direttrice tra cui quella, fondamentale, detta Strada Luganea.
                 Aggiramenti erano possibili ad est, mentre il fronte ovest era, se possibile,
                 assai più formidabile che non a nord. La linea Colombare-Sorre-Controcania
                 dominava  di almeno 20 metri senza ostacoli visivi la piana della Cascine
                 Selvina, Selvetta e Selva Aporti. Gli austriaci dell’VIII Corpo d’Armata in
                 poco meno di un’ora riuscirono ad allestire le difese del settore del fronte di
                 loro competenza, basandosi su una difesa elastica e in profonda, i cui tre ele-
                 menti principali erano i seguenti:
                 -  Linea avanzata. Le posizioni delle Cascine Perentonella, Bonata, Chiodini
                   e Casette Preseglia dominavano ampie porzioni di territorio. Collocate su
                   basse alture a sud della piana di Rivoltella, superavano di circa 10 metri
                   il territorio circostante, garantendo un ottimo campo di mira. Occupate da




                 11   Frédérick II, Réflexions sur la tactique et sur quelques parties de la guerre, ou, Réfle-
                   xions sur quelques changements dans la façon de faire la guerre, in Œuvres de Fré-
                   dérick le Grand, Vol. XXVIII, Berlin 1856, pp. 155-156
                 12   La Kill Zone (zona di uccisione)  è un’area del campo di battaglia ben definita e re-
                   lativamente limitata, di cui l’esempio più noto e meglio comprensibile è fornito dalla
                   “terra di nessuno” della guerra di trincea. La profondità della Kill Zone è determinata
                   dalla portata effettiva dell’arma impiegata.
                 13   Frédérick II, Réflexions sur la tactique cit., p. 158.
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