Page 189 - 150° Anniversario II Guerra d'Indipendenza - Atti 5-6 novembre 2009
P. 189
san martino 1859: analisi di una battaGlia 189
un velo di truppe leggere, aliquote provenienti dagli ottimi battaglioni di
Jäger e dagli eccellenti Kaiserjäger, dovevano essere necessariamente bo-
nificate prima di dare l’assalto alla collina di San Martino. Dati i particolari
costruttivi di queste costruzioni coloniche il loro valore tattico in caso di
controffensiva era piuttosto scarso.
- Linea di massima resistenza. Questa era agganciata sui seguenti appigli
tattici: Cascina Colombare, Cascina Tracagni (la Controcania), Chiesetta
di San Martino, Cascina Ortaglia. Il fronte collinare tra la Controcania e
San Martino è solcato da un profondo fosso che forma un ampio anfiteatro
in grado di permettere di difendere il settore con un tiro incrociato. La
linea era difesa da 9 a 10 battaglioni con relativi rinforzi. Alle loro spalle
si trovava la posizione del Roccolo. Il roccolo, uno degli elementi carat-
teristici del paesaggio lombardo, indica un boschetto di piante sistemate
a cerchio o semicerchio destinato ad ospitare le reti per catturare uccelli
di piccola taglia. Quello di San Martino, formato da alberi di Carpino, era
un buon appiglio tattico sistemato a circa 300 metri nelle retrovie. Ancora
più importante era la strada che collegava il roccolo alla strada Luganea,
la “Via dei Cipressi”, una comunicazione che di fatto correva parallela a
sud della linea di massima resistenza e che fornì per tutte le fasi della bat-
taglia un’ottima base di fuoco per l’artiglieria. Da quel punto i cannoni di
Benedek erano in grado di scagliare proiettili sino quasi alla massicciata
della ferrovia, la linea di partenza degli attacchi sardi. Ortaglia, Colombare
e, soprattutto, Cascina Controcania rappresentavano un ostacolo assai più
formidabile che non le costruzioni della linea avanzata. Circondate da un
muro di cinta continua, le costruzioni principali (abitazioni, fienili, stalle,
magazzini) erano disposte a corte intorno ad un capace cortile. Pertanto
potevano essere mantenute anche se completamente circondate. Le mura
della cascina rappresentavano una minaccia mortale per qualsiasi reparto
di cavalleria nemica o di fanteria si fosse avventurato nei pressi senza un
adeguato supporto di artiglieria.
- Retroguardia. Dietro il roccolo il terreno non perde rapidamente di quota
mi rimane pianeggiante per quasi un chilometro verso sud. C’era, insom-
ma, abbastanza spazio per organizzare le riserve, smistare i carri munizio-
ni ai reparti, raccogliere i feriti ed inviarli agli ospedali di raccolta. In più
dietro si trova Casette Citera (Quota 121). Questa posizione, che domina
la Strada Luganea in tutto il settore della battaglia del 24 giugno, permette
di mantenere sotto controllo l’altipiano di San Martino, in quanto una bat-
teria di cannoni schierata in quel luogo è in grado di colpire indisturbata