Page 194 - 150° Anniversario II Guerra d'Indipendenza - Atti 5-6 novembre 2009
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194 150° anniversario della ii Guerra d’indipendenza. atti del conveGno
fanteria leggera. La guerra del 1848-1849, combattuta contro quello che era
di fatto un ex-alleato, vide i reparti sardi messi in grave difficoltà: nella prima
fase del conflitto la mancanza di credibili tattiche di attacco non riuscirono
a garantire vittorie decisive (Santa Lucia), mentre nella seconda fase della
guerra le rapide manovre messe in atto dagli austriaci e la loro capacità di am-
massare colonne d’attacco in un solo settore del fronte frantumarono la linea
sarda a Custoza e a Novara.
Il regolamento del 1853 proponeva colonne di battaglione o di compa-
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gnia, a loro volta supportate dall’aumentata aliquota dei reparti di Bersaglieri.
Il risultato era un compromesso tattico piuttosto confuso. I battaglioni, dispo-
sti alternativamente in colonne di 600 soldati disposti su sei file, sarebbero
dovuti avanzare contro il nemico, effettuare a distanza ravvicinata una scarica
di fucileria, e quindi caricare alla baionetta. Al pari dei francesi, con i quali i
sardi avevano combattuto in Crimea, la fanteria leggera fu aumentata numeri-
camente e l’addestramento incrementato. Se nel 1848 esistevano 2 battaglioni
di Bersaglieri, nel 1859 ne furono messi in campo ben 10, formati tra il 1849
ed il 1852. Negli anni ’50 del XIX secolo i Bersaglieri iniziarono ad operare
con un nuovo livello di efficienza basato in piccole aggressive squadre di 4
uomini (le quadriglie) la cui velocità, formazione tattica e fuoco erano comu-
nicati tramite tromba. Il coordinamento in combattimento tra fanteria legge-
ra e fanteria di linea rimase comunque il problema principale dell’Esercito
Sardo. Nel 1855 fu distribuito un Memoriale per la Fanteria e la Cavalleria
destinato a suggerire quali i movimenti tattici per una forza composta da un
reggimento di fanteria e un battaglione di Bersaglieri. L’idea rimaneva quella
di far avanzare reparti di fanteria leggera, “ammorbidire” le difese avversarie
con tiro di precisione, sfondare il fronte avversario con un attacco frontale alla
baionetta. La distanza tra la fanteria di linea e quella leggera poteva variare,
a seconda della natura del terreno, dai 350 ai 1050 metri . Il regolamento
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del 1853, con le successive aggiunte e miglioramenti ricalcava in sostanza il
coevo regolamento francese, con tutti i difetti insiti in quest’ultimo. Muovere
interi battaglioni in colonna per un assalto all’arma bianca era una chiara sot-
tostima della potenza di fuoco che il campo di battaglia del XIX secolo era
in grado di sviluppare. Senza contare l’effetto delle armi a canna rigata, il cui
reale impatto fu meno determinante di quanto si ritiene: reparti equipaggiati
19 Regolamento per l’Esercizio e le Evoluzioni della Fanteria di Linea, 3 voll., Torino
1853.
20 Ottone Gaudenzio, Memoriale per la Fanteria e la Cavalleria, Torino 1855, p. 17.