Page 196 - 150° Anniversario II Guerra d'Indipendenza - Atti 5-6 novembre 2009
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196          150° anniversario della ii Guerra d’indipendenza. atti del conveGno



                 La battagLia dei generaLi
                   Il Feldmarschalleutnant Ludwig August von Benedek si era militarmente
                 formato nel corso delle guerre del 1848-1849 e conosceva bene il teatro ope-
                 rativo lombardo. Sulle colline tra Mantova e il Lago di Garda aveva combat-
                 tuto agli ordini del feldmaresciallo Radetzky, con buoni risultati. Conosceva
                 anche piuttosto bene i suoi avversari. Nel marzo del 1849, allora comandante
                 di brigata, catturò a Mortara ben 2.000 uomini delle Brigate Regina e Cuneo
                 e, il 23 marzo, combatté a Novara dove rimase ferito. Nella guerra del 1859,
                 all’eta di cinquantacinque anni, era stato in prima persona alla battaglia di
                 Melegnano l’8 giugno, quando due brigate del suo VIII° corpo d’armata ave-
                 vano tenuto testa a non meno di cinque divisioni, avevano inflitto gravi per-
                 dite ai due reggimenti (il 33e Rgt de Ligne francese perse in questa occasione
                 una bandiera) ed alla fine erano riuscite a rompere il contatto. Conosceva
                 molto bene la psicologia del soldato e si impegnava in prima persona perché
                 la situazione della truppa per quel che riguardava viveri fosse il più possibile
                 soddisfacente: si  diceva che  in guerra non considerava la vita dei suoi uomi-
                 ni quando si trattava di ottenere un successo. Dopo la battaglia di Mortara,
                 nel corso della quale il suo reggimento (Gyulai N° 33), da lui condotto al
                 fuoco in qualità di colonnello, aveva sofferto perdi te enormi, in previsione
                 della sua promozione a generale si dice che abbia detto “Be’, se continua così
                 al mio successore nel co mando di reggimento consegnerò solo la cassa e i
                 documenti”. Ma tutti nell’esercito sapevano che Benedek condivideva sempre
                 i sa crifici che pretendeva dai suoi subordinati. Le ferite ricevute sotto il fuo-
                 co nemico negli anni 1848-49 erano le migliori cre denziali che gli valevano
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                 l’affetto di tutto l’ambiente militare . Quando la situazione lo richiedeva non
                 esitava a mettersi alla testa di singoli reparti, come fece proprio a San Martino
                 con l’IR Nr. 11 Kronprinz von Sachsen nel corso del primo attacco della Bri-
                 gata Cuneo, con il 5° Btg Kaiser-Jäger contro del 17° Rgt. della Brigata Acqui
                 e con l’IR 39 Dom Miguel nel corso della fase terminale dello scontro. Questa
                 sua naturale predisposizione lo rendeva un ottimo comandante di corpo ma un
                 pessimo comandante supremo, come si sarebbe visto sette anni dopo a König-
                 grätz. Il sistema di comando austriaco nel settore di San Martino era totalmen-
                 te nelle sue mani. Non esistevano altri generali parigrado o membri della Casa
                 d’Asburgo o del loro Stato Maggiore a dettare ordini o consigli. Una volta
                 che il combattimento ebbe inizio gli fu chiaro dove doveva combattere e con



                 21   Der Feldzug von 1859. Das Vorspiel zu den Ereignissen von 1866 bis 1870, Berlin
                   1871.
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