Page 198 - 150° Anniversario II Guerra d'Indipendenza - Atti 5-6 novembre 2009
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198          150° anniversario della ii Guerra d’indipendenza. atti del conveGno



                 sino a circa 300 metri a nord di Casette Citera. Nessuno però al momento
                 sospettava che non si stava ingaggiando battaglia contro una brigata isolata,
                 ma contro un intero corpo d’armata. L’attacco fu alla fine respinto. A questo
                 punto però iniziò la via dolorosa dell’Esercito Sardo. Nessuno, a quello che
                 sembra, aveva previsto che due divisioni si trovassero ad operare insieme di-
                 staccate dal corpo principale. Non esisteva neppure una scala di anzianità tra
                 i maggiori generali, e così nè Cucchiari nè Mollard furono in grado di riven-
                 dicare sul campo il comando ed evitarono addirittura di coordinare qualsiasi
                 azione offensiva. Il primo addirittura non si preoccupò di consultarsi con il
                 suo parigrado sulla realtà del combattimento e sulle caratteristiche del campo
                 di battaglia prima di attaccare con la Brigata Casale e, anzi, alle 13.30 decise
                 di ritirarsi sconfitto dal campo di battaglia, lasciando la 3° Divisione in balia
                 del nemico. L’unica cosa che sembrava a quel punto importante era la con-
                 quista della linea San Martino-Roccolo-Controcania. Il risultato pratico fu il
                 caos, al punto che entrambi gli ufficiali persero ben presto la veduta d’insieme
                 del combattimento. L’unica azione che riuscirono ad organizzare fu quella di
                 mandare brigata dopo brigata all’assalto delle colline, con il solo risultato di
                 cozzare contro un sistema difensivo che si stava rafforzando ora dopo ora e di
                 allungare così facendo l’elenco delle perdite.



                 iL cannone
                   L’Esercito Austriaco e l’Esercito del Regno di Sardegna impiegavano en-
                 trambi cannoni a canna liscia.
                   Spesso considerato come un sistema antiquato e superato, il sistema d’ar-
                 tiglieria austriaco M 1753 Liechtenstein era in realtà un vero prodigio tec-
                 nologico. Nel 1744 il Principe Joseph Wenzel von Liechtenstein, nominato
                 Direttore Generale dell’Artiglieria asburgica, impegnò grandi energie e parte
                 del suo considerevole patrimonio per riformare completamente tutti gli aspet-
                 ti dell’artiglieria, dalle fusioni e la standardizzazione degli equipaggiamen-
                 ti, alla riorganizzazione del Corpo d‘Artiglieria. Si trattava di un strumento
                 bellico di prim’ordine, al punto che con poche modifiche rimase in servizio
                 sino al 1859 quando combatté, ormai surclassato dalle nuove artiglierie riga-
                 te francesi, nella Seconda Guerra d’Indipendenza. La maggiore innovazione
                 del M 1753 fu una standardizzazione di tutti gli accessori e dei pezzi, fusi
                 per l’artiglieria da campagna in tre soli modelli - da 3, 6 e 12 libbre - tutti di
                 16 calibri di lunghezza. Ogni inutile decorazione fu rimossa, alleggerendo
                 così sensibilmente la canna e aumentando la cura nell’alesatura dell’anima,
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