Page 22 - Il Risorgimento e l'Europa - Attori e protagonisti dell’Unità d’Italia nel 150° anniversario - Atti 9-10 novembre 2010
P. 22
22 Il RIsoRgImento e l’euRopa. attoRI e pRotagonIstI dell’unItà d’ItalIa
cadde il governo conser-
vatore e s’insediò il go-
verno whig-liberale gui-
dato dal trio filo-italiano
composto da Lord Pal-
merston, Primo Mini-
stro, Lord John Russell,
Ministro degli Esteri, e
William Gladstone, Can-
celliere dello Scacchie-
re. Secondo il Principe
consorte Alberto, che
come la Regina Vittoria
era piuttosto sfavorevole
Il salone in cui fu firmato l’armistizio di Villafranca alla politica piemontese
sia per scrupoli legittimisti
sia perché temeva un aumento dell’influenza francese, Palmerston era «anti-
austriaco, pro-italiano, e specialmente filo-napoleonico», Lord John Russell
«anti-francese, ma fortemente pro-italiano», Gladstone «violentemente pro-
italiano». Palmerston stesso si definiva pro-austriaco a nord delle Alpi ed an-
ti-austriaco a sud; Russell era più dottrinario e desideroso di diffondere i prin-
cipi liberali. Quanto già previsto nell’armistizio di Villafranca fu poi riconfer-
mato nel trattato di pace di Zurigo del 10 novembre 1859, concluso tra Fran-
cia ed Impero d’Austria. Il plenipotenziario piemontese Des Ambrois parte-
cipò solo alle discussioni preliminari. Il trattato stabiliva la cessione della so-
la Lombardia «ad eccezione delle fortezze di Peschiera e di Mantova» al Pie-
monte, attraverso la procedura un po’ umiliante, che si sarebbe ripetuta nel
1866 per il Veneto dopo la III guerra d’indipendenza, del passaggio di mano
attraverso Napoleone III. Il trattato formulava la «riserva dei diritti» delle
«circoscrizioni territoriali degli Stati indipendenti d’Italia, che non avevano
preso parte all’ultima guerra», che non potevano «essere mutate se non col
concorso delle Potenze che hanno presieduto alla loro formazione e ricono-
sciuto la loro esistenza». Mantenendo quell’ambiguità e reticenza che già
aveva caratterizzato gli atti diplomatici preparatori della guerra, si citavano
esplicitamente in proposito «i diritti del Granduca di Toscana, del Duca di
Modena e del Duca di Parma», senza menzionare gli Stati Pontifici, dove pu-
re il governo del Papa era stato abbattuto a Bologna e nelle Romagne.
Francesco Giuseppe I e Napoleone III s’impegnavano, oltre che a solleci-
tare riforme negli Stati Pontifici, a promuovere la costituzione di una