Page 27 - Il Risorgimento e l'Europa - Attori e protagonisti dell’Unità d’Italia nel 150° anniversario - Atti 9-10 novembre 2010
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L’evoLuzione deLLa situazione poLitico-dipLomatica internazionaLe    27


               attori debbono essere il
               ministro  dell’Interno signor
               Liborio Romano». Il 3 gli
               ribadiva: «Faccia quanto
               può per far scoppiare il moto
               in Napoli prima dell’arrivo
               del Generale Garibaldi, non
               solamente  per spianargli  la
               via,  ma anche  per  salvarci
               dalla diplomazia». Il duplice
               timore era che Garibaldi
               marciasse prematuramente
               su Roma, suscitando l’inter-
               vento  della  Francia  e delle
               altre Potenze cattoliche con
               il  rischio  di  compromettere
               il successo,  e  che  desse
               ascolto alle sollecitazioni
               dei repubblicani che invoca-
               vano la convocazione di
               un’assemblea costituente
               invece della semplice conse-
                                                 Napoleone III nel 1858 (dipinto di Alfred de Dreux)
               gna del conquistato regno a
               Vittorio Emanuele.
                  Per consolidare la conquista del Regno delle Due Sicilie, completare l’uni-
               tà e neutralizzare Garibaldi, l’Esercito piemontese a settembre invase lo Stato
               Pontificio escluso il Lazio. Francia e Gran Bretagna accettarono il fatto com-
               piuto. Napoleone pronunciò il suo «faites, mais faites vite»: lo spirito rivolu-
               zionario prevaleva sul ruolo sgradito di difensore del Potere Temporale. Privo
               d’imbarazzi fu il consenso dell’Inghilterra, che fu l’unica potenza a non riti-
               rare in segno di protesta contro l’invasione il proprio rappresentante diploma-
               tico da Torino (quello francese era stato richiamato per blandire i cattolici). Il
               ministro a Londra Emanuele d’Azeglio il 19 settembre così informò Cavour:
               «Lord Palmerston ha dato il suo completo assenso alla linea politica molto
               ardita che avete adottato riguardo allo Stato pontificio. Un attacco su Roma e
               Venezia gli sembrerebbe al momento una pazzia».
                  Nel momento in cui il Piemonte era attorniato dal sospetto e dalla minac-
               ciosa disapprovazione delle Grandi Potenze conservatrici e dei cattolici di
               tutto il mondo, Londra andò oltre il semplice ma significativo gesto diploma-
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