Page 252 - Il Risorgimento e l'Europa - Attori e protagonisti dell’Unità d’Italia nel 150° anniversario - Atti 9-10 novembre 2010
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252 Il RIsoRgImento e l’euRopa. attoRI e pRotagonIstI dell’unItà d’ItalIa.
1849 al generale Chrzanowski è inoltre affidato il comando dell’esercito
sardo contro le forze di Radetzki. Al sud, in Sicilia le forze rivoluzionarie
vengon poste sotto l’egida del generale Mierosławski, appena reduce dalla
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sfortunata insurrezione della Posnania .
La crisi del 1848-’49 rappresenta dunque il primo punto di contatto e di
convergenza fra la nazionalità italiana e quelle dell’Europa centro-orientale,
il Piemonte è strettamente vicino ai destini dei popoli e il fallimento dei moti
rivoluzionari non annichilisce tale legame. Il regno di Sardegna - sotto il neo
sovrano Vittorio Emanuele II e l’abile attività politica del primo ministro
Cavour - diviene il baricentro delle aspirazioni dei popoli “in via di
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definizione” . L’intervento piemontese nella “crisi orientale” del 1853-‘56 è
l’occasione sfruttata da Cavour per inserire il proprio paese nella politica
attiva internazionale. Per la prima volta, infatti, al congresso di Parigi -
seguito alla Guerra di Crimea - viene sollevato il problema italiano che le
cancellerie europee iniziano a prendere in seria considerazione. L’intesa del
Regno di Sardegna con il Secondo Impero di Napoleone III - che con il suo
messianesimo si erge a nuovo liberatore dei popoli - è salutata dalle popola-
zioni centro-orientali come una concreta possibilità di indebolimento del
potere austriaco, per una rivoluzione generalizzata. I contatti di Garibaldi,
Mazzini e Cavour con i movimenti rivoluzionari clandestini ne sono la testi-
monianza. Come noto, gli accordi di Plombières, siglati il 21 luglio 1858,
portano alla Seconda guerra d’Indipendenza e alle reali possibilità di una
conquista del Lombardo-Veneto, mentre gli insorti polacchi, di cui molti emi-
grati da una Polonia di fatto spartita e inesistente, e ungheresi guidati rispet-
tivamente da Czartoryski e Kossuth sperano in una distrazione militare
austriaca che possa permettere di insorgere e ottenere agevolmente la propria
indipendenza. L’armistizio di Villafranca, siglato l’11 luglio 1859, è una
grande delusione non solo per Cavour, che per protesta si dimette, ma per
tutte le nazionalità insorgenti che vedono sfumare nuovamente la possibilità
di un aiuto proveniente da una delle grandi potenze continentali. Come rileva
Tamborra, si tratta di un momento di disillusione e costernazione in cui i
popoli dell’Europa centro-orientale pensano di essere stati definitivamente
6 A. Tamborra, op. cit., p.16.
7 L. Salvatorelli, la politica estera, in L’Italia dal 1861 al 1870, atti del X Convegno Sto-
rico toscano, Cortona, 25-28 aprile 1957, in «Rassegna storia toscana, anno III, fasc. III-
IV, luglio-dicembre 1957», p.201 e segg. A. Tamborra, Cavour e i balcani, Torino 1958,
p. 31.