Page 278 - Il Risorgimento e l'Europa - Attori e protagonisti dell’Unità d’Italia nel 150° anniversario - Atti 9-10 novembre 2010
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riga; la terza dovrà soltanto caricare l’arma e passarla agli uomini della
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seconda riga, senza tirare giammai . Naturalmente si trattava di una pia
illusione, e una volta iniziato un combattimento a fuoco era piuttosto difficile
far rialzare da terra il primo rango, dal momento che in questo modo gli
uomini offrivano al nemico un bersaglio assai meno vistoso. Pertanto i primi
due ranghi rimaneva in piedi, mentre il terzo funzionava unicamente da riser-
va per colmare i vuoti che potevano aprirsi sul fronte di battaglione. Si trat-
tava dunque di una postura che i soldati difficilmente avrebbero potuto appli-
care in battaglia, e a tale proposito già nel XVIII secolo Jacob Mauvillon, nel
suo Essai sur l’influence de la poudre à canon dans l’art de la guerre moder-
ne, indicava ai suoi lettori che non parlerò affatto del tiro, quando si fa met-
tere un ginocchio a terra al primo rango, né lo farò in alcuna parte di
quest’opera; poiché questo movimento, così comune in piazza d’armi, non si
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effettua mai in guerra, cosa della quale unicamente qui si tratta . Così facen-
do almeno un terzo dell’unità non entrava immediatamente in combattimen-
to, elemento piuttosto grave dal momento che gli eserciti europei, compreso
quello napoletano, erano ormai tutti equipaggiati con fucili con innesco a
luminello, in grado di sviluppare un notevole volume di fuoco ad una veloci-
tà quasi doppia rispetto ai fucili a pietra focaia, per l’uso dei quali il Réglement
di Guibert era stato pensato.
Questa chiara sottostima della potenza di fuoco era costata molto cara ai
Sardi nel biennio 1848-1849, quando l’esercito austriaco dimostrò di posse-
dere maggiori qualità manovriere, un miglior impiego della fanteria leggera
e, in definitiva, la capacità di sviluppare una maggiore potenza di fuoco. Il
nuovo Regolamento per l’esercizio e le evoluzioni della Fanteria di Linea del
1852 ridistribuì la fanteria del Regno di Sardegna su due ranghi , favorendo
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la mobilità sul campo di battaglia dei battaglioni. La campagna del 1859
aveva messo in luce ancora numerose lacune nelle dottrine di impiego dei
Sardi, ma i punti d’ombra riguardavano principalmente le operazioni con-
giunte tra fanteria di linea e fanteria leggera e l’organizzazione della catena
di comando, prima ancora che il regolamento tattico vero e proprio. L’esercito
borbonico rimase fedele ai precetti del Réglement di Guibert. Ai primi due
16 L’Ordinanza di Sua Maestà per gli Esercizj e le Evoluzioni delle Truppe di Fanteria, Vol.
I, Napoli 1846, p. 43
17 J. Mauvillon, Essai sur l’influence de la poudre à canon dans l’art de la guerre moderne,
Leipzig 1788, pp. 157-158.
18 Regolamento per l’esercizio e le evoluzioni della Fanteria di Linea, Vol. I, Torino 1852, p.
82.

