Page 37 - Il Risorgimento e l'Europa - Attori e protagonisti dell’Unità d’Italia nel 150° anniversario - Atti 9-10 novembre 2010
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Il TraTTaTo dI TorIno (24 marzo 1860) - le ImplIcazIonI mIlITarI     37


               ti in questa prospettiva, che tende ad affidare le sorti della guerra eventuale a
               scontri  in  campo aperto,  nello  stile  del  primo  Napoleone.  Ma nel  1871
               Domenico Farini denuncerà alla Camera che di 17 rotabili che scendono in
               Italia dalle Alpi, solo 7 hanno difese efficienti: con le fortificazioni fisse sem-
               pre in ritardo e una mobilitazione prevedibilmente lenta, la vecchia idea di
               aspettare il nemico in pianura e lì manovrare, convince sempre meno: nasco-
               no gli Alpini, truppe votate alla difesa sul posto sui monti e nelle valli, e
               allora, gradualmente, acquisterà sempre maggiore importanza la difesa avan-
               zata sulle creste, appoggiata ad opere e sostenuta dall’artiglieria da montagna,
               finché sarà la prima linea ad essere considerata come fronte primario di resi-
               stenza.  9
                  L’art. 6 consente che i nativi delle terre cedute possono entro un anno,
               previa dichiarazione all’autorità competente  e fissazione del domicilio  in
               Italia, optare per la cittadinanza sarda. La Savoia e Nizza sono da sempre un
               serbatoio tradizionale di valorosi ufficiali dell’Esercito e della Marina sabau-
               di, come pure di funzionari e magistrati capaci; e nel momento in cui Vittorio
               Emanuele II decide l’opzione italiana di Casa Savoia rinunciando ai possedi-
               menti più antichi della dinastia, anche le singole persone devono scegliere.
                  Da un lato c’è il Secondo Impero francese. Alle sue spalle ha una grande





               9  M. Gabriele, La frontiera nord-occidentale dall’Unità alla Grande Guerra, Roma, US-
                  SME, 2005, passim. Si può ricordare che in passato il tenente generale Annibale di Saluz-
                  zo, già capo di S.M. del regno di Sardegna, ha studiato la difesa dello Stato, e nel 1860 un
                  suo collaboratore, il col. Luigi de Bartolomei, pubblica, con  adattamenti e aggiornamenti
                  non sempre felici, gli ultimi 3 volumi dei 5 che componevano l’opera. Premesso che nel
                  1860 il Saluzzo era morto da 15 anni – e che quindi le sue riflessioni, quando sono davvero
                  sue, riguardano una situazione geografica, politica e strategica completamente diversa da
                  quella prodotta dal Trattato di Torino - resta il fatto che alle fortificazioni alpine egli attri-
                  buisce grandissima importanza, auspicando che le valli principali siano sbarrate da “grandi
                  piazze” e le secondarie da opere minori, pervenendo però a definire una spesa (234 milio-
                  ni per 42 fortezze e 6 campi trincerati) fuori della portata del Regno di Sardegna e poi an-
                  che di quello d’Italia. È invece interessante la sua polemica con quei generali piemontesi
                  che vorrebbero affrontare l’Esercito francese in una decisiva battaglia in pianura: costoro
                  dimenticano che la ferma piemontese è troppo breve e che “il concentramento dell’eserci-
                  to in pianura non è affatto conveniente per una potenza minore”; pare infine che il Saluz-
                  zo anticipi l’idea di dotarsi di truppe alpine quando considera errato fare “astrazione dalla
                  guerra di montagna che è così conforme all’indole delle popolazioni montanare piemonte-
                  si e così favorevole per formare buone truppe”. Cfr F. Botti, Il pensiero militare e navale
                  italiano dalla rivoluzione francese alla prima guerra mondiale (1799-1915), Roma, US-
                  SME, 2000, II (Dalla prima guerra d’indipendenza a Roma capitale d’Italia.1848-1870),
                  pp. 808-15.
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