Page 46 - Il Risorgimento e l'Europa - Attori e protagonisti dell’Unità d’Italia nel 150° anniversario - Atti 9-10 novembre 2010
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46 Il RIsoRgImento e l’euRopa. attoRI e pRotagonIstI dell’unItà d’ItalIa
perduti. Questa politica creò uno sbilanciamento nell’impiego delle risorse a
scapito della crescita economica e sociale. A partire dal 1870 si intensificaro-
no, infatti, le spese per le FF.AA., l’Esercito si organizzò sulla base di quello
prussiano e la Marina ricevette impulso al fine di guadagnare la superiorità
sull’Austria-Ungheria. C’è da domandarsi con quanto sacrificio lo stato, che
aveva da poco tempo risanato le finanze, prostrate da lunghi anni di guerre e
dai costi dell’unificazione, potesse permettersi un esercito e una Marina di
tale livello.
Da ciò discendeva che il teatro strategico di maggiore interesse fosse
l’Adriatico, per cui la flotta italiana doveva per il momento essere principal-
mente concepita e preparata a combattere una Marina, quale quella austriaca,
in un mare relativamente ristretto e, soprattutto, partendo da una condizione
geostrategica non favorevole (una costante, anche oggi) e una situazione
politica che lo era ancora meno. Gli avversari non rappresentavano una
minaccia così insormontabile come talvolta si vuole rappresentare e le stesse
difficoltà geostrategiche non devono far dimenticare che le porte dell’Adria-
tico (lo stretto di Otranto) erano, dopo il 1860, in mani italiane. La stessa
Marina austriaca non era di antica formazione, ma si era costituita a partire
dal 1848, a seguito della rivolta di Venezia, con lo spostamento verso oriente
delle sue basi e degli istituti di formazione, sebbene potesse contare su Capi
di valore e legati a una tradizione militare molto antica.
La Marina italiana, così come noi oggi la consideriamo, prese forma dalla
Marina del piccolo Regno del Piemonte che, contenuta nei numeri, poteva
apparire comunque più efficiente e meglio guidata in confronto alle altre
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Marine degli Stati preunitari . Tra questi, sebbene la convenzione comune
trascuri l’apporto della Marina Veneta, essa manteneva viva una tradizione
antica, nonostante la Serenissima Repubblica si fosse quasi chiusa in se stes-
sa alla ricerca di un’impossibile neutralità. Un più attento esame avrebbe
messo in evidenza che la situazione non era poi favorevole se lo statista emi-
liano Luigi Carlo Farini valutò così le unità navali intervenute nella Prima
Guerra d’indipendenza “….non erano in perfetta condizione, mal acconci le
minute armi ai combattimenti marinareschi; non perfetto approvisionamento
guerra; mancante il carbon fossile pe’ i legni a vapore; insufficiente il nume-
2 Le spese dedicate alla Marina dal Regno delle Due Sicilie erano di massima doppie rispet-
to a quelle del Piemonte.