Page 63 - Atti 2012 - L'Italia 1945-1955. La Ricostruzione del Paese e le Forze Armate
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             tre diverse visioni della Guerra Fredda: 1) contenitiva, che avrebbe sviluppato i
             germi della sua dissoluzione, che è quanto poi avvenne; 2) a favore anche di un
             conflitto nucleare per distruggere l’Unione Sovietica, 3) una posizione intermedia
             fra le prime due.
                Eisenhower risolse, con una certa attualità, ponendo una domanda: cosa avreb-
             bero fatto se avessero vinto con l’Unione Sovietica? La risposta fu: “vinta una
             guerra globale, nessuno avrà poi potenza e libertà individuale da quel momento
             in avanti!”.
                La guerra globale come difesa individuale è quasi un controsenso nei suoi
             stessi termini.
                Tornando all’Italia, quel periodo (fino al crollo del Muro di Berlino) venne
             vissuto da essa non come soggetto importante in ambito occidentale, ma come
             determinante in un confronto est-ovest. L’Italia era un’importante posta in gioco,
             perché era a sovranità  limitata in ambito europeo (almeno nella prima fase della
             Guerra Fredda), conteneva la Guerra Fredda e aveva in sé lo Stato del Vaticano,
             con la sua visione universalistica, quella romano-cattolica, che nell’ambito di quel
             conflitto bellico aveva con qualche incertezza accettato la protezione occidentale;
             aveva poi il Partito Comunista, certo con la sua radice storica nazionale ma pur
             sempre rappresentante un fattore d’influenza notevole; inoltre la Democrazia Cri-
             stiana era un “alleato per necessità e non per scelta”. Infatti a conclusione della
             guerra, la Chiesa recuperò una dimensione propria, universalistica, non trionfante,
             in cui continuava a portare avanti le sue “politiche d’interesse”.
                L’Italia più che stare al confine della guerra era attraversata dalla cortina di
             ferro del conflitto.
                In conclusione, il periodo di cui abbiamo parlato meriterebbe ancora altri stu-
             di che ne illuminino altri aspetti, tuttavia quell’epoca è da considerarsi trascorsa
             perché la logica del conflitto inteso come contrapposizione fra due blocchi è allo
             stato attuale conclusa. Se è un bene o un male, non spetta a me dirlo, ma è un fatto.
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