Page 79 - Atti 2012 - L'Italia 1945-1955. La Ricostruzione del Paese e le Forze Armate
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             arrivando i rifornimenti per le truppe, ma anche per la popolazione, praticamente
             tutta via mare.
                I primi porti interessati furono Napoli, Bari, Castellammare di Stabia e Manfre-
             donia. Ben presto l’opera dei tecnici e degli operai italiani si impose all’attenzione
             degli Alleati, i quali richiesero immediatamente un ampliamento del contributo
             fornito dalla Marina in tal senso. Così, quando la Sicilia tornò sotto la giurisdizio-
             ne del Governo nazionale, la direzione dei lavori di recupero nei porti di Trapani,
             Marsala e Porto Empedocle fu affidata in toto alla Marina, direzione che venne
             poco dopo estesa anche a tutti i restanti porti siciliani.
                Col progredire della liberazione del territorio nazionale venne stabilito un ac-
             cordo con le Autorità Alleate che prevedeva che i recuperi del naviglio affondato
             nei porti nazionali fosse affidato:
             -  al Mediterranean Royal Navy Salvage, comunque con il concorso di gruppi
                di lavoro avanzati, nei porti più a ridosso del fronte e, comunque, in quelli di
                particolare interesse bellico;
             -  direttamente alla marina in tutti i rimanenti porti.


                Presso il Ministero della Marina, fu costituito il Comitato Ricuperi, entrato in
             funzione già nell’aprile 1944, composto da rappresentanti dello Stato Maggiore
             Marina, della Direzione Generale delle costruzioni militari navali e della Direzio-
             ne Generale della Marina mercantile. L’organo esecutivo del Comitato, che aveva
             un Ufficio di collegamento con il Mediterranean Royal Navy Salvage, fu la Divi-
             sione Ricuperi già presente nell’ambito della Direzione Generale delle costruzioni
             militari navali, che si occupava direttamente dei lavori concernenti il naviglio
             militare e quello requisito dalla Marina, mentre per il naviglio libero o noleggiato
             si limitava a dare l’autorizzazione per l’esecuzione di tali lavori da parte di Enti o
             anche privati interessati.
                Visti i diversi interessi, soprattutto economici, in gioco, il Comitato Ricuperi
             nel settembre 1944 fu ampliato con l’inclusione di rappresentanti dei ministeri
             dell’Industria e Commercio, delle Finanze e dei Lavori Pubblici, cambiando la
             propria denominazione in Comitato interministeriale Ricuperi Navi. Esso comun-
             que continuò ad essere presieduto da un rappresentante della Marina e ad operare
             dalla sede del ministero della marina. Ad esso furono chiamati a collaborare an-
             che rappresentanti degli armatori, dei cantieri, di ditte recuperatrici private e delle
             assicurazioni.
                Alle dipendenze del Comitato furono costituiti degli Uffici Ricuperi, con sedi
             e giurisdizioni come di seguito specificato:
             -  Ufficio di Genova, con giurisdizione da Ventimiglia a Santa Margherita Ligure
                inclusa;
             -  Ufficio di La Spezia, con giurisdizione da Santa Margherita Ligure esclusa alle
                Foci del magra;
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