Page 101 - Le Operazioni Interforze e Multinazionali nella Storia Militare - ACTA Tomo I
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          ActA
          La Guerra del Peloponneso: guerra di coalizioni e gestione
          della multinazionalità



          Marco CIAMPInI



               er quasi trent’anni alla fine del V secolo a.c., l’impero Ateniese si scontrò con l’alle-
          P anza spartana in una terribile guerra da cui il mondo greco e la sua civiltà uscirono
          per sempre mutati. La Guerra del Peloponneso fu, nel suo contesto storico, l’equivalente
          dei conflitti mondiali del XX secolo: causò immense perdite di vite umane ed enormi
          rovine, esacerbò l’ostilità di classe e di fazione, divise gli Stati Greci e ne destabilizzò i
          rapporti, minando la loro capacità di resistere ad una conquista dall’esterno. La Guerra
          del Peloponneso non soltanto pose fine a un epoca luminosa ma venne riconosciuta come
          un punto di svolta cruciale anche da coloro che la combatterono. Lo storico Tucidide, la
          fonte di gran lunga più importante che abbiamo, scrive, in terza persona, di aver dato ini-
          zio alla sua storia “ai primi indizi di ostilità, prevedendo…… “fu questo indubbiamente
          il più grave sconvolgimento che sia avvenuto per i greci e per una parte dei barbari, come
          a dire, per la maggior parte del genere umano. Su questa base la guerra del Peloponneso
          è stata dipinta come una Guerra Mondiale dell’antichità, una “guerra diversa da tutte le
          altre”,  in quanto conflitto di una  ferocia senza precedenti, che violò per la prima volta il
          tradizionale codice bellico sfondando la linea sottile che separava la civiltà dalla barbarie.
          Combattuta dal 431 al 404, contrappose le due grandi città stato rivali, Atene e Sparta, con
          le loro rispettive coalizioni, ed ebbe come posta il predominio sulla Grecia. Il conflitto
          portò Sparta ad assumere il ruolo di potenza egemone continentale e marittima ma fu
          anche in ambito culturale la cornice di una serie di altissime realizzazioni: in quel periodo
          Socrate elaborò la propria filosofia, furono attivi i grandi tragici Sofocle ed Euripide e la
          commedia attica raggiunse il suo punto più alto con Aristofane. La durata della guerra,
          27 anni, suscita sulle prime una forte impressione; a questo proposito bisogna però notare
          che molte regioni della Grecia rimasero, per anni o per decenni, fuori dal raggio delle
          operazioni militari. Per otto anni inoltre durò una precaria condizione di pace fra Sparta
          e Atene, almeno nella madre Patria: questa pausa separa 2 fasi del conflitto chiaramente
          distinguibili l’una dall’altra: la cosiddetta guerra Archidamica (431-421) e la guerra De-
          celeica (413-404); “guerra archidamica” perché l’evento bellico più significativo di questa
          fase erano le invasioni quasi annuali dell’Attica delle forze militari spartane guidate dal
          Re Archidamo; (guerra Deceleica che prende invece il nome dal fatto che gli spartani
          avevano smesso di invadere anno dopo anno l’Attica e si erano stabiliti direttamente a
          nord di Atene nella fortezza di Decelea). Il conflitto terminerà nel 404 quando il Generale
          spartano Lisandro riesce a sconfiggere la flotta ateniese nella decisiva battaglia di Ego-
          spotami e successivamente a negoziare la resa di Atene. All’interno delle 2 fasi possiamo
          evidenziare alcuni avvenimenti chiave durante i quali la gestione delle caratteristiche delle
          diverse forze componenti le rispettive coalizioni è stata determinante per il raggiungimen-
          to del risultato:
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