Page 39 - Le Operazioni Interforze e Multinazionali nella Storia Militare - ACTA Tomo I
P. 39

39
          ActA
          Intervento d’apertura del XXXIX Congresso CIHM


          Sen. Prof. Mario MAURO
          Ministro della Difesa




              ari convegnisti, autorità militari e
          Ccivili un grazie di cuore per l’op-
          portunità che mi date di partecipare ai
          lavori di questo Convegno che, come
          ha sottolineato già il sindaco di Torino,
          cade in una circostanza temporale che
          una volta di più ci interroga sul nesso
          profondo che esiste tra la dimensione
          della politica e quell’aspetto della sto-
          ria che ne consegue che passa attraver-
          so le operazioni militari.
             Se facciamo mente locale a una delle più importanti operazioni multinazionali, la bat-
          taglia di Stalingrado, durante l’ultima guerra dove si sono combattuti su fronti avversi non
          solo tedeschi e russi, ma italiani, romeni, ungheresi, greci, belgi, francesi arruolati nelle
          Waffen SS delle Armate dell’Asse, sicuramente possiamo dare come giudizio non con-
          troverso il fatto che quella battaglia e gli eroismi, tanti, da ogni parte di quella battaglia,
          meritavano una politica migliore. E questo è anche il senso del mio intervento, lo scopo
          del mio intervento. È la politica che definisce il senso delle operazioni militari multinazio-
          nali, ed è la storia che le consacra o come un momento di redenzione, o come un momento
          di dannazione della vicenda del dramma dell’umanità. È la politica, che è il tentativo
          di fornire un orizzonte di senso ai rapporti di forza tra i popoli perché quel concetto già
          annunciato dal Capo di Stato Maggiore della Difesa, Ammiraglio Binelli, perché il bene
          comune prevalga su una visione dell’altro che invece, attraverso molte operazioni multi-
          nazionali, così come all’interno di una storia delle nazioni, hanno visto l’altro inteso come
          nemico e qualche volta addirittura come bottino. Machiavelli nelle sue stesse riflessioni
          dice con chiarezza che la ragione di Stato non è appena il cinismo fine a se stesso, ma è
          l’affermazione di principi ordinativi che rimandano comunque ad una visione dell’uomo,
          ad una concezione all’uomo, e anche le operazioni militari ne dipendono. E nelle nuove
          terminologie non c’è una nuova ipocrisia, ma c’è il guadagno di una diversa, e più pro-
          fonda, e più matura concezione della convivenza civile: non ci sono cioè nelle terminolo-
          gie che usiamo oggi, come Comunità Internazionale, operazioni di polizia internazionale,
          peacekeeping, peace enforcing; non è appena la legittimazione del politicamente corretto
          attraverso la quale consentiamo il perpetrarsi di una nuova violenza. Ma è un guadagno
          politico ulteriore, e arrivare una visione più profonda che più ci riconcilia con il senso
          della storia, perché arriviamo a pensare che attraverso la forza sia possibile riportare nei
          tempi del contenimento del conflitto le condizioni e le ragioni della pace.
             Torno a sottolineare questo perché l’interrogativo così vero, così umanamente bru-
   34   35   36   37   38   39   40   41   42   43   44