Page 59 - Le Operazioni Interforze e Multinazionali nella Storia Militare - ACTA Tomo I
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          pericoloso l’invio delle carte all’Archivio di Corte, perché potevano aggiungere «maggior
          esca di documenti preziosi e unici in caso di disastro». Si pensi all’incendio che devastò il
          teatro Regio, adiacente all’Archivio di Corte, nel 1936.
             La tenace difesa di Deleuse salvò l’archivio dalla distruzione, archivio che nella sua
          integrità, o meglio, nella sua condizione al 1872 (non tutta la documentazione prodotta
          dai diversi organi burocratici afferenti alla difesa dello stato) passò sotto la tutela dell’ar-
          chivio di stato subalpino. Fu preservato in questo modo un patrimonio documentario che
          rappresenta nel panorama degli archivi sabaudi un unicum, ovvero un archivio che alme-
          no nella sua parte ottocentesca, la più imponente, conservava quasi inalterata la struttura
          originaria rispecchiante l’attività dei diversi organi burocratici. Al di là di alcune sconsi-
          derate eliminazioni, tanto deprecate dal Deleuse, e diversi accorpamenti di serie, dovute
          alla variazione di competenze di alcune divisioni ministeriali, l’archivio ottocentesco non
          subì quelle manipolazioni che avrebbero stravolto l’assetto originario con la perdita della
          connessione tra documento e soggetto produttore. Tale felice sorte non spettò purtroppo
          alla produzione cinque-settecentesca che fu raccolta in serie fittizie nella seconda metà del
          XIX secolo. La specificità della parte ottocentesca dell’archivio fu salvaguardata anche
          da un insieme di fattori “favorevoli”. Tra i compiti previsti della Divisione Archivi era
          prevista la classificazione della documentazione versata, ma come testimoniato da Deleu-
          se «l’ordinamento di questa divisione Archivi non ebbe che scarsa opera» il progetto si
          fermò alla pura ideazione, per la consueta carenza di mezzi, ma anche per l’intenso lavoro
          amministrativo a cui fu sottoposta questa divisione dopo l’Unità.
             Due anni dopo la «Relazione» di Deleuse fu pubblicata a Torino la Prima relazione
          triennale della Direzione dello Archivio di Stato di Torino anni 1871 – 1872 – 1873  del
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          direttore Nicomede Bianchi che nel capitolo dedicato al «servizio pubblico» evidenziò il
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          maggiore carico amministrativo della Sezione IV  rispetto a tutte le altre sezioni. Ram-
          mentando che nel solo anno 1873 furono rilasciati 585 certificati o stati servizio, e «per
          ciascheduno occorse un triplice lavoro di scrittura, e si dovette in media esaminare quattro
          volumi o mazzi di documenti», il Bianchi intendeva giustificare l’operato della Sezione
          che, impegnata quotidianamente in un faticoso servizio amministrativo, non poteva «ri-
          volgere le sue cure all’ordinamento storico delle carte che ha in custodia» e che nell’im-
          mediato non avrebbe potuto fornirsi «di un inventario generale e di completi inventari
          parziali» .
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          10   Prima relazione triennale della Direzione dello Archivio di Stato di Torino. Anni 1871 – 1872 – 1873, Torino,
             Vincenzo Bona tipografo di S. M., 1874, p. 27-28.
          11   La Sezione IV si occupava dell’archivio del Ministero della Guerra.
          12   Negli anni successivi le condizioni della Sezione non mutarono, impedendo la realizzazione di una complessiva
             riorganizzazione delle carte (cfr. Sulla soppressione, c. 48). Da molti anni è in corso un’operazione di rigorosa
             ricostruzione e descrizione dei fondi a cura della scrivente Cfr. anche Paola Briante, Le armi del principe: il
             Ministero della Guerra, in L’Archivio di Stato di Torino, a cura di isaBella MassaBò ricci e Maria Gattullo,
             Fiesole, Nardini, 1994, p. 67-69.
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