Page 60 - Le Operazioni Interforze e Multinazionali nella Storia Militare - ACTA Tomo I
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60 XXXIX Congresso della CommIssIone InternazIonale dI storIa mIlItare • CIHm
2. I primi organi burocratici: Contadoria e Veedoria
L’archivio del Ministero della Guerra di Torino si formò a partire dalla costituzione
dei primi organi burocratici creati da Emanuele Filiberto dopo la riconquista del ducato
perduto dal padre Carlo II nel corso delle guerre franco-spagnole che contrassegnarono la
prima metà del XVI secolo.
La politica di neutralità e di equidistanza tra Francia e Spagna, tentata inizialmente da
Carlo II si rivelò insostenibile, perché «privo di un proprio esercito e di adeguati mezzi fi-
nanziari il ducato sabaudo era destinato a soccombere in un’epoca in cui le armi e il denaro
stavano diventando sempre più componenti fondamentali dell’organizzazione degli stati.
Una lezione, questa, che il giovane Emanuele Filiberto non avrebbe mai dimenticato» .
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Il trattato di Cateau-Cambrésis (1559) , nel ridefinire i confini istituzionali dell’Euro-
pa riaffermò l’autorità sovrana del vincitore di San Quintino nei possedimenti aviti, terri-
tori che legittimamente godevano di una autonomia di governo, però situati nella delicata
posizione di cerniera fra le strategie espansionistiche di Francia e Spagna.
L’organizzazione militare rispose immediatamente a due necessità: salvaguardare l’in-
dipendenza del piccolo stato e difendere la centralità del potere sovrano. Le urgenze da
affrontare erano gravi, nell’immediato l’avvio delle riforme in campo militare e difensi-
vo si concretizzarono nella creazione di una rete efficiente di guarnigioni difensive. Nel
1560 fu varato il primo provvedimento della nuova organizzazione militare, anche se la
riorganizzazione dell’esercito procedette speditamente solo dopo il 1566. Prima ancora
di aver preso possesso di Torino, futura capitale dello stato, Emanuele Filiberto, da Nizza
dove risiedeva, nominava il generale spagnolo Diego Hortiz de Proz “contadore di tutta la
nostra gente di guerra di qualsivoglia nazione che sia da cavallo che da piedi” . Le ampie
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competenze dell’ufficio che venne a crearsi intorno a questa figura cardine riguardavano
le “mostre” e le “risegne”, ovvero l’esercizio periodico di controllo sugli organici delle
compagnie al fine di eliminare, o almeno di limitare, le frodi. Conformemente a tali com-
piti la Contadoria provvedeva alla compilazione dei ruoli in base ai quali il contadore “li-
brava il soldo”, ovvero ordinava al tesoriere di milizia, che gestiva materialmente la cassa,
il pagamento dei reparti. Al contadore spettava inoltre l’arruolamento e il congedo delle
truppe. L’anno successivo il duca affidava a Gian Antonio Mauro l’incarico di “veedore
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generale di tutte le mostre, battaglioni e gente di militia di qua da’ monti, si de luoghi pre-
13 PierPaolo Merlin, Emanuele Filiberto. Un principe tra il Piemonte e l’Europa, p. 5.
14 Più che di pace definitiva si trattava di un compromesso che Emanuele Filiberto aveva accettato per poter
rientrare nei suoi stati, seppur con significative eccezioni, perché molte fortezze rimasero inizialmente nelle
mani dei francesi e degli spagnoli. La Spagna occupava Asti e Vercelli, la Francia ben cinque piazze: Torino,
Pinerolo, Chieri, Chivasso, Villanova d’Asti, quattro delle quali, tra cui Torino, gli furono restituite con il
trattato concluso a Fossano il 2 novembre 1562, F. A. DuBoin, Raccolta per ordine di materia delle leggi,
editti, manifesti, ecc, […], Torino, Tipografia Arnaldi, 1865, to. XXVII, vol. XXIX, pp. 31- 34, (d’ora in
avanti DuBoin, Raccolta). Cfr. Merlin, Emanuele Filiberto, cit., p.75.
15 Patenti ducali 1° maggio 1560, in DuBoin, to. XXVII, vol. XXIX, pp. 309-311
16 Patenti 10 gennaio 1561, Archivio di Stato di Torino (d’ora in avanti ASTo), Camera dei conti di Piemonte,
art. 689, registro 1561 primo, f. 21