Page 63 - Le Operazioni Interforze e Multinazionali nella Storia Militare - ACTA Tomo I
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delle aziende” ne fissarono la struttura: un contadore generale con compiti direttivi, un
primo commissario con compiti di supplenza, ufficiali del soldo subalterni in numero da
stabilirsi secondo le necessità e due controllori per la cassa e per la ricognizione delle
“livranze”. L’Ufficio generale del soldo, nei periodi bellici, operava tramite l’Intendenza
generale d’armata.
Nell’editto dell’11 aprile la “Costitutione appartenente al Consiglio dell’artiglieria, fab-
briche e fortificazioni”, formalizzò l’organizzazione e stabilì le competenze dell’Azienda
d’artiglieria, fabbriche e fortificazioni, che di questo Consiglio applicava le direttive, con
una normativa che non apportava sostanziali modifiche a un precedente regolamento ema-
nato nel 1711. I precedenti di questo Consiglio trovano riscontro a partire dal 1633 quando
la prima Madama reale Cristina di Francia istituì il Consiglio delle fabbriche, soppresso
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nel 1666 e nuovamente ristabilito nel 1678, poi organicamente regolamentato nel 1711
quando fu riunito in un’unica struttura con il Consiglio d’Artiglieria, creato nel 1673. Il
Consiglio, presieduto dal Gran Mastro dell’artiglieria, discuteva di lavori, appalti e forni-
ture, poi sottoposti al re, che si riserva l’ultima e più importante deliberazione.
Il Consiglio di artiglieria, fabbriche e fortificazioni fu soppresso il 28 giugno 1730.
Nello stesso giorno il re emanò i Regolamenti di Sua Maestà per il governo economico
delle aziende tra cui il regolamento per l’Azienda d’Artiglieria fabbriche e fortificazioni,
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con competenze in materia di edilizia pubblica e privata e di artiglieria .
Con patenti 7 settembre 1733 le competenze dell’artiglieria e quelle delle fabbriche
civili e militari e delle fortificazioni furono separate e furono create due aziende, quella di
“Artiglieria” e quella delle “Fabbriche e fortificazioni”, sotto la direzione di due diversi
intendenti.
L’esercito fu innovato con l’istituzione l’8 giugno 1714 di dieci reggimenti provin-
ciali , un corpo di riserva da affiancare all’esercito di linea in tempo di guerra. L’editto
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prevedeva la levata, delegata alle comunità e controllata dai governatori, di 10 reggimenti
di 1000 uomini ciascuno da reclutarsi fra tutti i maschi in età compresa tra i 18 e i 40
anni. Le reclute erano vincolate alla provincia nella quale erano ingaggiati e della quale
prendevano il nome; in tempo di pace il servizio si concentrava in due brevi assemblee
annuali di addestramento, in caso di guerra partecipavano alla campagna di supporto ai
reggimenti d’ordinanza.
3.2 Carlo Emanuele III
Il regno di Carlo Emanuele III segnò una tappa importante nel processo di stataliz-
zazione dell’esercito, iniziato da Emanuele Filiberto e proseguito con impegno dai suoi
successori.
I primi regolamenti scritti volti uniformare le dotazioni dei reparti risalgono al 1736.
26 DuBoin, Raccolta, to. VIII, vol. X, p. 619 sgg. [Regolamenti di sua maestà per il governo economico delle
aziende, 28 giugno 1730].
27 DuBoin, Raccolta, t. 8, vol. 10, pp. 550-558.
28 DuBoin, Raccolta, to. XXV, vol. XXVII, p. 670 sgg
29 DuBoin, Raccolta, to. XXV, vol. XXVII, p. 472 sgg. [Regio Editto che prescrive le regole per la formazione
dei reggimenti provinciali].