Page 94 - Le Operazioni Interforze e Multinazionali nella Storia Militare - ACTA Tomo I
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           costante partecipazione ai lavori del prorettore Antonello Biagini. L’obiettivo non era
           certo quello di presentarsi come “la” vetrina istituzionale di una realtà che ha una sua
           tradizione più che secolare e conta sulla presenza e sul lavoro di una schiera scelta e ben
           motivata di operatori e di studiosi. Più modestamente, recepita la reciprocità dell’in-
           teresse, si voleva aprire un vero e proprio cantiere di lavoro, dove presentare alcune
           attività e scambiarsi idee su ciò che era stato fatto sino ad allora, per conoscersi meglio
           e aprire la via a nuove riflessioni.
              Il primo seminario, dedicato a “La pubblicistica in materia di archivistica militare:
           storia, attualità, prospettive”, ha avuto luogo il 16 giugno 2009 presso la Scuola Speciale
           per Archivisti e Bibliotecari. Si era ritenuto che il miglior punto di partenza per il ciclo di
           seminari fosse una presentazione delle pubblicazioni storico-archivistiche che le Forze
           Armate avevano avviato da tempo. Il tema era reso di particolare attualità da un motivo
           poco lieto: congiuntura economica e riduzioni di bilancio mettevano a rischio la soprav-
           vivenza delle pubblicazioni periodiche degli uffici storici, alcune delle quali rischiavano
           addirittura la soppressione. Chiedemmo a chi aveva titolo per farlo di presentare tre rivi-
           ste: il bollettino dell’Archivio dell’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito, il
           bollettino d’Archivio dell’Ufficio Storico della Marina Militare e il bollettino d’Archi-
           vio del Museo Storico della Guardia di Finanza. Tali periodici, va ricordato, erano stati
           preceduti dalle “Memorie storiche militari”, pubblicate in età giolittiana (1909-1914), e
           dal bollettino dell’Ufficio Storico dello Stato Maggiore del Regio Esercito (1926-1934):
           a questi era dedicato l’intervento introduttivo, mentre quello conclusivo era riservato
           alle problematiche del lavoro di redazione di quei periodici, affrontando anche il tema
           del rapporto, nei lavori pubblicati, tra questioni archivistiche e storico-istituzionali. La
           realtà della pubblicistica militare in materia di archivi, presentata ad un folto pubblico di
           studiosi di archivistica e di storici militari, si è dimostrata ricca di risultati significativi
           e di presenze culturali e istituzionali di tutto rilievo. E per fortuna, nonostante i rischi
           derivanti dalle continue misure di revisione della spesa mettano sempre a rischio la con-
           tinuità di questi periodici, la loro vitalità continua ad accompagnare lo studio e il lavoro
           di storici e archivisti.
              Il secondo incontro, durato un’intera giornata, ha avuto luogo il 26 novembre 2009
           ed è stato dedicato a “Versamenti e acquisizione di documentazione negli istituti di
           conservazione delle forze armate: 2009-1999-1969”, ovvero – come spiegato da un lun-
           go sottotitolo – alla “situazione a dieci anni dall’emanazione del decreto legislativo
           490/1999, «testo unico delle disposizioni legislative in materia di beni culturali e am-
           bientali» e a quarant’anni dal primo convegno nazionale di storia militare (17-19 marzo
           1969)”. Nella giornata è stato affrontato anche il tema, strettamente collegato, della
           gestione documentaria in ambito militare e della regolamentazione dei flussi con parti-
           colare riferimento alle esigenze di selezione e conservazione della documentazione di
           interesse storico. Il bilancio complessivo delle acquisizioni e dei versamenti ha mostrato
           un notevole impegno da parte degli uffici storici e del Museo della Guardia di Finanza
           nel recupero di materiali documentari, evidenziando peraltro da un lato come gli isti-
           tuti dotati del patrimonio più cospicuo siano quelli che hanno alle spalle una più lunga
           tradizione di attività, e dall’altro che l’andamento delle operazioni di incremento del
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