Page 10 - Atti 2014 - La neutralità 1914-1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
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10         la neutralità 1914 - 1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana



                Dunque dobbiamo essere gelosi custodi e cultori della storia, quella vera e
             basata su fatti e documenti, anche per preservare i fondamentali valori di demo-
             crazia, inclusività e rispetto dell’avversario e della sua dignità.
                In tal senso assume particolare rilevanza l’avvio quest’anno del programma
             pluriennale  e  pan-europeo  di  commemorazioni  del  “Centenario”  della  Grande
             Guerra, che coinvolge istituzioni militari, mondo accademico e società civile.
                Per dare risposte ai tanti perché della storia. Affinché l’analisi dei fatti sia og-
             gettiva, senza cadere nella tentazione di cancellare pagine scomode o esaltarne
             altre più convenienti.
                Onestà storica. Questo è ciò di cui c’è più bisogno, oggi come ieri, affinché gli
             eventi siano affrontati per quello che sono, utilizzando una “buona” e “trasparen-
             te” comunicazione, scevra da strumentalizzazioni di sorta.
                Solo così potremo ricordare degnamente i milioni di uomini, alcuni ancora
             ragazzi, che vestirono l’uniforme e partirono per la guerra. A prescindere dalla
             loro bandiera.
                Solo così potremo onorare pienamente la memoria dei tanti – troppi – caduti,
             militari e civili, e la sofferenza dei feriti, dei mutilati e di tutti gli altri uomini e
             donne che furono colpiti da quella immane tragedia.
                Ad un secolo di distanza, riportare al centro dell’attenzione e del dibattito le
             vicende tragiche e dolorose di quella Guerra, nata “Europea” e ben presto trasfor-
             matasi nel Primo Conflitto mondiale della storia, è, come ha esortato il Capo dello
             Stato nel Suo indirizzo augurale per la buona riuscita dei lavori, “occasione per
             una profonda riflessione e rilettura critica di quegli anni di laceranti divisioni tra
             gli Stati europei, da cui trarre preziosi ammaestramenti per proseguire, con rinno-
             vata energia e condivisione di intenti, nel fondamentale cammino di fortificazione
             dell’identità europea”.
                Quel  percorso  nacque  proprio  dalle  macerie  umane,  morali  e  materiali  dei
             due conflitti mondiali che devastarono il “vecchio continente” ed il mondo e che
             portarono l’Europa del Secondo dopoguerra ad assumersi piena responsabilità di
             quanto accaduto, sviluppando la consapevolezza di dover contribuire affinché tali
             tragedie non si ripetessero più. Mai più!
                Fu così che dalla visione illuminata di statisti come Robert Schuman, Alci-
             de De Gasperi e Konrad Adenauer, sulla strada del “principio delle integrazioni
             successive” tracciata da un altro grande politico come Jean Monnet e sulle spinte
             di “europeisti illuminati” come Altiero Spinelli, si è arrivati all’attuale assetto di
             Unione Europea.
                Un importante risultato ma non ancora il traguardo sognato dai Padri fonda-
             tori! Sta a noi, a ciascuno di noi, ognuno nel proprio ambito, contribuire a fare di
             quel sogno una realtà.
                Guardare oggi a quella storia assume ancora maggiore significato e importanza
             di fronte all’apparente contrapposizione tra fenomeni globalistici, rivendicazioni
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