Page 148 - Atti 2014 - La neutralità 1914-1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
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148        la neutralità 1914 - 1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana



                Ciò che successe in Italia nei giorni a seguire -”la crisi di Maggio” - riguardò
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             più la politica interna che la diplomazia. Anche se Sonnino ebbe il suo bel daffare
             nel calmare le ansie degli ambasciatori dell’Intesa che temevano un mutamento di
             indirizzo del governo all’ultimo momento . Giolitti, tornato da Cavour a Roma il
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             9 maggio, fece dichiarazioni bellicose contro la linea del gabinetto, in particolare
             del ministro degli Esteri:
                   La gente che è al governo meriterebbe  di essere fucilata. Vogliono portare
                   l’Italia alla guerra, per gli altri, senza bisogno; quando sono già state fatte
                   concessioni adeguate.  È una idea fissa di Sonnino, di fare la guerra per
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                   salvare la Monarchia, che non è affatto in pericolo .
                 Salandra, di fronte al crescente neutralismo del Parlamento, “determinato a
             sbarrare il passo al governo agli ultimi passi” , decise, il 13 maggio, di dimetter-
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             si. Ma questo movimento non solo non trovò un leader, ma neanche un program-
             ma di politica estera alternativo all’intervento. Il  primo a essere interpellato dal
             re per risolvere la crisi di governo fu lo stesso Giolitti. Questi rifiutò di tentare
             di formare un gabinetto, pur avendo l’occasione di ottenere da Vienna, una volta
             insediatosi a Palazzo Braschi, il “Parecchio” da lui auspicato. Non è da esclude-
             re che lo stesso statista piemontese “non avesse piena fiducia nelle buona fede
             austriaca”  di cedere il Trentino.
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                Il 16 maggio il re respinse le dimissioni del presidente del Consiglio e il 20 la
             Camera dei deputati, che fino a pochi giorni prima era stata neutralista e giolittia-
             na, votò i pieni poteri al governo. Per quell’occasione Sonnino aveva progettato di
             fare un discorso nel quale ricostruire l’iter del negoziato con l’Austria . In realtà
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             si limitò a dire poche parole e trasmettere all’aula di Montecitorio i documenti
             diplomatici, il famoso Libro Verde, che avrebbero comprovato le responsabilità
             di Vienna nel fallimento delle trattative . Ma in alcuni passaggi di quel discorso
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             non pronunziato si può rintracciare la concezione di “grandezza” italiana insita
             nella politica estera dello statista toscano che poi aveva trovato applicazione se-
             greta nel Patto di Londra:



             181 Salandra, l’intervento…, cit., pp.211-288.
             182 Sonnino a Salandra, 11 maggio 1915, DDI, s. V., vol. III, d.657.
             183 Malagodi, op.cit., p.96.
             184 Salandra, L’intervento..., cit., p.229.
             185 Pastorelli, La politica estera…, cit., p.71. Monticone è di diverso avviso, in Id., op.cit., pp.527-
                 528. Le offerte austriache in Diario di Sonnino, 11 maggio 1915, DDI, s. V, vol.III, d.653;
                 sull’azione di Giolitti negli ultimi giorni prima della dichiarazione di guerra in relazione alla
                 diplomazia degli Imperi centrali v. Monticone, op.cit., pp.559-591.
             186 Sonnino al Parlamento, 20 maggio 1915, cit.
             187 I documenti diplomatici contenuti nel Libro Verde sono anche in Discorsi parlamentari di Sid-
                 ney Sonnino, 3 voll., Camera dei Deputati, Roma 1925, vol.III,  pp.468-534.
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