Page 291 - Atti 2014 - La neutralità 1914-1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
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             zionario, trasfigurò Bruno in un eroe quasi mitico: il 6 gennaio 1915, Montehus,
             chansonnier rivoluzionario, scriveva un poema alla sua memoria, «pastichant»
             la sua canzone rivoluzionaria scritta in onore dei soldati del 17° reggimento di
             fanteria che nel 1907 avevano alzato il calcio del loro fucile a Béziers: «Salut,
             salut à toi, o noble fils de l’Italie, salut, salut à toi, toi qui meurt pour notre pa-
             trie» (Salute, salute a te, o nobile figlio dell’Italia, salute, salute a te, te che muori
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             per la nostra patria) . Anche il nazionalista italofobo e famoso antigaribaldino
             Charles Maurras, in L’Action française, rese onore ai nipoti di Garibaldi, caduti
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             per la Francia . E nell’ambiente popolare, la memoria di Garibaldi diventò più
             viva come scrisse un alunno nel febbraio 1915 in una composizione a scuola:
             «Les Garibaldi ont toujours lutté pour le triomphe de la liberté. Il n’y a pas dans
             l’humanité entière une famille aussi glorieuse que celle des Garibadi. Le nom de
             Garibaldi est synomime de défenseur de la liberté» (I Garibaldi hanno sempre
             lottato per la libertà. Non esiste nell’umanità intera una famiglia tanta gloriosa. Il
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             nome di Garibaldi è sinonimo di difensore della libertà) .
                Ma fu in Italia che le gesta garibaldine beneficiarono di una mediatizzazione
             considerevole, salvo i giornali austrofili.  La stampa, dal 29 dicembre 1914 al 13
             gennaio 1915 (data di un terremoto che, d’allora in avanti, concentrò l’attenzio-
             ne), pubblicò centinaia di testi, disegni e fotografie e consacrò a questi volontari
             più articoli in quindici giorni che non in cinque mesi (da agosto a dicembre 1914).
             Per esempio, Avanti!, socialista, pubblicò 20 articoli dal dicembre 1914 al gennaio
             1915, però solo 13 nell’agosto-dicembre 1914; l’italia, cattolica, 35 contro 18;
             L’Idea Nazionale, nazionalista, 31 contro 6; La Stampa, liberale giolittiano, 30
             contro 18; Il Corriere della Sera, liberale conservatore, 65 contro 27; il Popolo
             d’italia, mussoliniano, 100 contro 13 e Il Secolo, radicale, 110 contro 72. il Po-
             polo d’italia fu senza dubbio il giornale più impegnato nella trasfigurazione dei
             caduti garibaldini, parlando di olocausto, di antichi romani, di avanguardia dell’e-
             sercito italiano, di vendetta da trarre per la morte di Bruno e Costante Garibaldi .
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                Per stringere i legami tra i due popoli, il generalissimo Joffre prese la decisione
             altamente simbolica e politica di autorizzare il trasporto delle salme di Bruno e di
             Costante dall’Argonne in Patria, a Roma, nel cimitero di Campo Verano, mentre
             questa prassi era vietata per tutti gli altri caduti in terra di Francia. Così, attraverso
             tutta la Francia e l’Italia, quando il treno si fermava nelle stazioni, francesi e ita-
             liani potevano ritrovarsi per condividere una rinnovata amicizia. A Roma, il 6 gen-


             45  Montehus, « À Bruno Garibaldi mort au champ d’honneur », La Guerre Sociale, 6 gennaio
                 1915, prima pagina.
             46  C. Maurras, «La Politique. 1. Les jeunes Garibaldi», L’Action française, 7 gennaio 1915,
                 prima pagina.
             47  Composizione che C. Tarantola, di Docelles, ci ha dato generosamente.
             48  «Un’ altra pagina d’epopea scritta col sangue italiano. L’olocausto garibaldino cementa la
                 solidarietà franco-italiana », il Popolo d’italia, 31 dicembre 1914, prima pagina.
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